Troppa burocrazia e contraddizioni. Maria Gabriella Saponara, candidata dalla Lega nell’uninominale al Senato della Repubblica, bolla così il risultato pratico della riforma del Terzo Settore, entrata in vigore con il decreto legislativo 117 del 2017 lo scorso 8 agosto. Saponara – prendendo parte all’incontro sul terzo settore che si è svolto nella sala convegni della Pubblica Assistenza di viale Gorizia – ha elogiato lo sforzo e il lavoro che molte associazioni di volontariato svolgono nel fornire servizi a titolo gratuito sencondo il principio della sussidiarietà nei confronti di chi ha bisogno, andando così a colmare le lacune dei governi locali e centrali che proprio per questo devono riservare al mondo dell’Associazionismo una particolare attenzione.
La Riforma prevede l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore da parte degli enti che rientrano in questa definizione e che dovranno per tale iscrizione (vincolante per accedere ai benefici di legge) rispondere a determinati requisiti e adeguarsi ad una sorta di “amministrazione trasparente”.
“Vedo in questa riforma una contraddizione: se da una parte attraverso il registro unico e tutto quello che esso comporta si attua un controllo da parte del governo centrale e regionale sul terzo settore, dall’altra viene delegata ai privati e alla buona volontà dei volontari il compito di rimpinguare le casse delle associazioni e di svolgere compiti che dovrebbero rientrare nel sistema delle politiche sociali del governo – ha detto Maria Gabriella Saponara -. Questo sistema va ad aumentare la burocrazia e molte associazioni dovranno rivolgersi, con tutte gli oneri del caso, a professionalità esterne per attenersi a tutti i requisiti richiesti dalla piattaforma prevista da questa riforma. L’accesso al contributo di eventuali bandi europei – ha sottolineato in particolare la candidata della Lega e di tutto il centrodestra per il Senato – richiederà l’aiuto di professionalità esterne che solitamente non operano gratuitamente, con aggravio di costi per le associazioni che già fanno fatica a far quadrare i conti”.
Secondo la Saponara, inoltre, “questa riforma tende a snaturare quello che è lo spirito di solidarietà che muove i volontari ad operare a favore dei più deboli. Non viene affrontato il tema del ricambio generazionale all’interno delle associazioni, se non in termini di servizio civile, già peraltro in atto. L’ultima parola però spetta agli operatori del settore e alle valutazioni che verranno fatte nel corso dell’attuazione di tale riforma“.