Vogliamo innanzitutto fare i complimenti e gli auguri di buon lavoro ai cittadini che si sono messi in gioco e hanno scelto di offrire il loro tempo e il loro impegno per il bene comune. La partecipazione organizzata del territorio è uno dei pochi antidoti al populismo e allo scollamento tra la politica e le persone che caratterizza il nostro tempo.
Proprio per questo avremmo voluto un cambiamento radicale nelle modalità di elezione. Invece tutto è rimasto come prima: siamo passati da una partecipazione al voto dell’1.95% a una del 2.54%, pur con un aumento dei candidati. La composizione non è cambiata, una parte degli aspiranti consiglieri è stata sorteggiata, un’altra è rimasta aperta alla libera candidatura dei cittadini. Unici requisiti: fedina penale pulita e residenza nel quartiere. In molti casi un solo voto è bastato per essere eletti e molti posti sono rimasti vacanti; in altri quartieri, dove i candidati superavano i posti disponibili, anche chi ha avuto molti voti non ce l’ha fatta. In generale un numero bassissimo di preferenze consentirà agli eletti di “rappresentare” i loro concittadini.
Eppure le riflessioni e le proposte dei gruppi di minoranza per aumentare la partecipazione al voto (election day, voto cartaceo, eliminazione del sorteggio ecc.) non sono state nemmeno prese in considerazione. La scelta dell’amministrazione comunale è stata quella di non toccare il regolamento dei CCV, di non sollevare troppa attenzione sul tema e di proseguire con quanto già fatto nel primo mandato, pensando forse di creare degli organi di quartiere utili a legittimare le proprie scelte (quante volte li abbiamo sentiti dire: “L’abbiamo presentato ai CCV” e “Ce l’hanno chiesto i CCV?). Insomma, come direbbe Crozza, “Amico caro, fatti un CCV….”.
Forse però i CCV usciti da queste “elezioni” non saranno quello che l’amministrazione si aspettava, ma (ce lo auguriamo) un vero luogo di discussione libera e anche di critica costruttiva sulle scelte da assumere per il proprio quartiere. Ci sono anche quartieri che sono arrivati al voto ben organizzati e sicuramente non lo hanno fatto per stare a guardare o accettare passivamente decisioni prese altrove: uno per tutti l’Oltretorrente, che svetta con il suo 7,2% di partecipazione al voto, anche sulla scia di un movimento importante di presenza sulle strade degli ultimi mesi.
Dunque, nonostante l’occasione mancata, in bocca al lupo ai nuovi eletti: il lavoro sul territorio di certo non mancherà!
Eramo, Pezzuto, Lavagetto
Capigruppo PP, PU e PD in Consiglio Comunale
Che strumentalizzazione…
Che tristezza vedere un momento di partecipazione della città distorto nella solita strumentalizzazione di chi evidentemente considera i Ccv luoghi di legittimazione costruiti ad hoc o, dal proprio canto, di ostruzionismo mirato. Quello che parte dell’opposizione etichetta come “effetto boomerang”, per noi di Effetto Parma è invece il risultato di un lavoro di squadra a cui anche i nostri colleghi consiglieri d’opposizione, diversamente da quanto avvenne nel primo mandato, hanno contribuito e che darà vita a luoghi di confronto, non di scontro. Un lavoro che ha portato a veder raddoppiata la partecipazione alle elezioni dei nuovi Ccv, raddoppiati i candidati, raddoppiato il numero dei cittadini votanti. Anche laddove la partecipazione al voto è stata meno sentita, riteniamo importante la risposta positiva di chi, pur forte di poche preferenze in tasca, ha scelto di dire “sì” alla responsabilità di porsi a servizio dei propri concittadini. E forse sarà loro di stimolo, più di un numero alto di voti ottenuti per conoscenza, per impegnarsi in questi anni di attività e, a fine mandato, voltarsi indietro per controllare quante persone si siano nel frattempo avvicinate, quanto sia cresciuta la stima e la fiducia dei propri vicini, non per semplice conoscenza ma avendone misurato l’impegno in corso d’opera.
Venendo ad altre osservazioni mosse sul regolamento dei Ccv, perchè non accorpare elezioni Nazionali con le elezioni dei Ccv? Al netto di eventuali problematiche logistiche, separare le due cose pensiamo sia stata la soluzione migliore. I Ccv sono e devono rimanere organismi liberi e rappresentativi dei quartieri, per promuovere la partecipazione dei residenti, al di là delle personali posizioni politiche generali. Una scelta coraggiosa e, in un certo senso, controproducente se l’obiettivo finale fosse stato il facile raggiungimento di un numero elevato di votanti. Un Election Day avrebbe significato un bacino di circa 2 o 3 mila votanti di più, e quindi un dato a vantaggio dell’amministrazione. Invece no. Abbiamo preferito non manipolare la realtà: sappiamo che 4211 cittadini hanno scelto di interessarsi al proprio quartiere. Pochi? Tanti? E’ un dato reale, un punto di partenza che dovrà servire da stimolo per tutti.
Oggi ci sono 229 parmigiani pronti a lavorare per i loro quartieri e tanti sono i giovani che si sono interessati alla città candidandosi. Ci accontentiamo? No, il risultato può e deve migliorare ma siamo convinti che il vero “effetto boomerang” lo avrà chi continuerà a denigrare ogni passo avanti della nostra Parma. Noi preferiamo continuare a camminare insieme, con la collaborazione di tutti.
Per questo diciamo buon lavoro e grazie per il proprio impegno ai neo consiglieri e ai cittadini che hanno partecipato a un importante momento di crescita per la nostra Parma.
Gruppo consiliare Effetto Parma