Shoah, Foibe e la storia… il Pd e gli altri abbiano il...

Shoah, Foibe e la storia… il Pd e gli altri abbiano il coraggio della verità

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Venerdì scorso, al Ministro Carlo Calenda in visita a Parma, ho chiesto conto della timidezza dei compagni del PD e dell’incapacità di guardare al quadro generale dei compagni che “sbagliano” a sinistra del PD, mentre lo scorso Sabato in via Mazzini davanti al mio banchetto elettorale, ho visto sfilare i fratelli d’Italia con le loro bandiere e vessilli patriottici.

Il fondo del gruppo, con fare deciso e risoluto, mi dicevano di “ricordarmi” anch’io delle foibe e quell’anch’io, ovviamente, si riferiva alla – supposta – contrapposizione al giorno del ricordo della shoah o alle lotte partigiane, alla Resistenza ed alle tante discussioni di questi giorni sulla liceità di manifestare pensieri che appartengono alla storia del ventennio, pensieri che si ripropongono quando la politica sostituisce la responsabilità del suo ruolo all’interesse della ricerca del consendo elettorale.

Della resitenza, delle foibe o dei campi di sterminio guardo all’essenza del loro profondo significato, i più – ahimè – classificano morti, dolori, strazi e distruzioni in una sorta di classifica ideologica da utilizzare come clava, come mangabello e certo, non come valori declinati da tramandare.

I nazionalismi, i muri e le imposizione di dazi, è la storia ad insegnarcelo – non certo lo stato di diritto, liberale e democratico – porta con se i germi della divisione interne e poi esterna, porta con se i germi della guerra che da commerciale si trasforma sempre in armata.

La mancanza di coraggio – o la mancanza di risorse – nel leggere il quadro complessivo dei nostri giorni, credo sia ciò che accomuna i compagni che “sbagliano” alla sinistra del PD ed i neo nazionalisti della Lega o dei fratelli italiani ed è talmente vero tutto ciò che in campagna elettorale hanno una visione speculare e quasi sovrapponibile.

Questa sovrapposizione politica di parti “avverse” e la comune incapacità di lettura del quadro, porta le parti sovrapponibili a ripararsi all’ombra di ciò che li rassicura, nella conservazione trovano le risposte – le uniche che possono leggere – il sempre verde articolo 18, i redditi garantiti, le pensioni acquisite, l’immigrazione, la sicurezza, la legge Fornero, la riduzione delle tasse, la spesa pubblica, gli investimenti pubblici, i dazi, il ritorno alla lira, il presepe, la patria, la razza, l’Europa che ci opprime e molto altro ancora.

E questo è ancor più vero se guardiamo anche agli altri paesi dell’Unione, dove la trasversalità di chi si chiude e si rifugia negli schemi ideologici del secolo passato col suo portato ideologico si contrappone a chi del mondo ha una visione aperta, che non nega o semplifica complessità ma che si fa carico di tutto – e di tutti, soprattutto dei più deboli – cercando di governare la modernità, non rifugiandosi nella accomodante e morbido richiamo a visioni e ricette del passato, insomma tutti Europei anche negli approcci politici.

Nell’avvicinarsi della attesa e sperata formazione delle nuove famiglie politiche europee, non più destra e sinistra o centri cristiano-liberali ma solo famiglie politiche aperte o chiuse.

Per chi come me che ha vissuto ormai un lungo tratto di vita stupirà, ma certo non stupirà i nostri figli o nipoti vedere nello stesso gruppo politico Europeo un D’Alema con una Meloni o un Salvini con un Di Maio, chi giovane giudicherà la politica solo per la sua intrinseca capacità di dare risposte e non per l’irrespirabile autoreferenziale modo di declinare non-valori a manganelli, alla ricerca di consenso elettorale a basso costo ma dal prezzo elevatissimo in termini di futuro.

Non possiamo fare l’economia della storia, le foibe, le leggi razziali, la Shoah, la Resistenza, le scelte coloniali sono parte della nostra storia e con essa dobbiamo fare i conti ma il futuro non appartiene alla classe politica, appartiene ai nostri figli e ciò che mi auguro e che – molto presto – anche chi vive di autoreferenzialità politica abbia il coraggio della verità.

MarcoMaria Freddi
Radicale – Consigliere comunale Effetto Parma

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