Era una promessa del rugby e oggi – grazie all’impegno della famiglia e di Sostegno Ovale – tanti piccoli campioni crescono con il suo aiuto. Filippo Cantoni è morto a soli 18 anni, nel gennaio 2014, a circa 400 metri da casa: a Bezze di Colorno la sua auto si è ribaltata in un canale e l’incidente è stato scoperto circa un’ora dopo.
Adesso la famiglia – con a capo il papà Stefano, consigliere federale del rugby – ha deciso di passare all’attacco citando il Comune di Colorno davanti al giudice per danni. Secondo i genitori di Filippo, quella strada era troppo pericolosa e l’ente locale non avrebbe fatto nulla per evitare che si verificassero incidenti.
La palla passa quindi al tribunale civile che dovrà decidere se ci sia stata o meno una responsabilità oggettiva del Comune di Colorno dell’uscita di strada dell’auto condotta da Filippo Cantoni, diretto a Milano per incontrare alcuni amici.
Fatale per il ragazzo non solo il ribaltamento dell’auto nel canale, ma anche il ritardo – circa un’ora – con cui è stato scoperto l’incidente, che non ha permesso ai sanitari del 118 un tempestivo inteevento.
Filippo Cantoni all’epoca aveva già indossato l’azzurro delle Nazionali minori e giocava apertura con l’Accademia Ivan Francescato nella serie A di rugby. Un futuro luminoso nella palla ovale, un “sorriso che non si dimentica”, tutto cancellato in un solo istante in un maledetto sabato mattina.