Per il ministro Andrea Orlando arrivato a Parma per un tour elettorale, nel carcere di via Burla ci sono soltanto criticità ma non le emergenze che sindacati e forze politiche denunciano ormai da anni. Il Guardasigilli è andato via da Parma appena da qualche giorno e già arriva la notizia – a proposito di “criticità” – che un altro agente della Penitenziaria è stato aggredito all’interno della Casa Circondariale. A denunciarlo, come spesso accade è il Sappe, il sindacato degli agenti penitenziari.
Il detenuto, origini magrebine, secondo l’accusa, avrebbe richiamato l’agente vicino alla porta della cella, quindi gli avrebbe sferrato con particolare violenza un pugno al volto, provocandogli una ferita al labbro superiore suturata con dei punti al pronto soccorso. La prognosi è di 5 giorni.
Secondo il Sappe regionale, “un episodio gravissimo che ripropone temi più volte affrontati e che denotano le difficoltà gestionali di alcuni soggetti detenuti e della precarietà nel riuscire a garantire i livelli minimi di sicurezza. A tal fine si evidenzia che anche il reparto destinato ad essere utilizzato come isolamento sarebbe stato “convertito” in sezione ordinaria“.
Tra l’altro sembra che il detenuto in questione sia stato trasferito a Parma da un altro carcere, dopo aver aggredito un altro agente della Penitenziaria. Insomma, il Sappe – che “esprime vicinanza al collega rimasto ferito” – denuncia ancora una volta le “difficoltà lavorative esistenti nel carcere di via Burla, con divergenze sull’operato gestionale della stessa struttura con i vertici incaricati“.
Fin qui la cronaca. Ma dopo il duro attacco sferrato dai candidati della Lega e del centrodestra al ministro Orlando, sulle dichiarazioni di quest’ultimo interviene anche il sindaco Federico Pizzarotti, che proprio al Guardasigilli aveva rappresentato una situazione ben più preoccupante prima in una lettera e poi durante un incontro avvenuto lo scorso gennaio presso il ministero. Parole, quelle del sindaco, che esprimevano anche le preoccupazioni e segnalazioni giunte dal Garante comunale, Roberto Cavalieri, dai sindacati di Polizia penitenziaria e dagli operatori del carcere.
A Roma si è parlato di sovraffollamento della struttura carceraria e della carenza di organico della Penitenziaria, cosa che si aggraverà con l’imminente apertura del nuovo padiglione che ospiterà altri 200 detenuti per i quali non è ancora stato definita e comunicata la tipologia di circuito penitenziario. Ma il tema centrale dell’incontro è stato la necessità di rivedere la governance del carcere e la sua riclassificazione: il complesso penitenziario cittadino infatti non trova giusto collocamento nel Decreto 22 settembre 2016, che lo classifica come governabile da dirigente nominato tramite interpello ordinario e non tramite incarico superiore.
Visti il numero di detenuti presenti e la loro tipologia (ne sono presenti 65 sottoposti al regime del cosiddetto “41 bis”) sarebbe fondamentale che l’Istituto venisse “promosso” a “carcere con dirigenza a incarico superiore”: un aggiornamento che porterebbe a un aumento di uomini della penitenziaria assegnati oltre che a un incremento del budget per la gestione finanziaria e al potenziamento e alla stabilizzazione del ruolo del direttore.
“Al ministro e candidato Orlando chiedo chiarezza – tuona Federico Pizzarotti -. È per questo che lo esorto a prendere pubblicamente una posizione netta: l’istituto penitenziario di massima sicurezza di Parma è in una situazione di criticità oppure no? A noi pare di sì: sovraffollamento, mancanza di organico e necessità di rivedere la propria governance sono assolute priorità. Sottovalutare questi aspetti rischierebbe di rimandare a chissà quando una riforma necessaria per Parma e per il suo carcere. Questo non possiamo permettercelo in alcun modo. Chiedo quindi al ministro una posizione chiara, di riprendere il discorso affrontato insieme sulle problematiche del carcere e di non sottovalutare le richieste che arrivano dal territorio. Per questo lo invito a una visita congiunta presso il penitenziario, in modo che tocchi con mano le criticità. Disponibile sin da ora a un incontro“.
Ma da buon politico Orlando probabilmente prenderà tempo. E tra poco nessuno sarà più al posto che occupa oggi. Risultato? Chi verrà erediterà la patata bollente, ma chiaramente, come nel gioco dell’oca, si torna al punto di partenza.
Il fatto avvenuto nel carcere di Parma ai danni di uno degli agenti di polizia penitenziaria in servizio nella sezione ordinaria non è purtroppo una novità poichè sovente le cronache riportano episodi di aggressione perpetrate da detenuti di origine magrebina ai danni degli operatori penitenziari. In questo caso però ci troviamo di fronte ad un caso ancora più grave perchè il detenuto non era nuovo a gesti di questo tipo, visto che proprio a seguito di un’aggressione era stato trasferito a Parma da un altro istituto”. Così Massimo De Matteis, esponente di Fratelli d’Italia Parma e Candidato alla Camera per il collegio di Piacenza, Parma e Reggio Emilia, commenta la notizia dell’ennesima aggressione avvenuta martedì mattina all’interno della casa circondariale di Parma e che ha costretto un agente a ricorrere alle cure dei medici dopo aver subito un colpo in pieno viso. “E’ evidente che non si riesce più a garantire la sicurezza non solo agli stessi detenuti ma soprattutto a chi lavora a loro stretto contatto. Si fa sempre più urgente quindi trovare una soluzione che risponda sia al sovraffollamento delle carceri che al ripristino delle garanzie minime di sicurezza: lo svuotacarceri ha fallito come tutti i correttivi applicati negli ultimi anni. Finora nessuno ha considerato il costo reale di un carcerato: il mantenimento giornaliero di un singolo detenuto, a carico dei contribuenti, si approssima a 250 euro ma la cifra si alza a mille euro se la persona è considerata “lavorante”. Questo contributo potrebbe essere detratto totalmente e arrivare a pagare quasi per intero lo stipendio del suo controllore ma l’unica soluzione che permette sia di superare i costi a carico del contribuente che di migliorare la questione sicurezza all’interno delle nostre carceri può risiedere nelle espulsioni o nel trasferimento dei condannati nei paesi di origine e convenzionati con l’Italia”.
Massimo De Matteis
Pesidente provinciale Fratelli D’Italia Parma
Invece che lanciare allarmi sul fascismo, il ministro Orlando si preoccupi della situazione nelle carceri: agenti aggrediti, condizioni precarie di lavoro, carenza di personale, mezzi obsoleti, sovraffollamento. Tutti problemi che i sindacati della polizia penitenziaria sottolineano ogni giorno.
Purtroppo non è il primo né sarà l’ultimo ma tutto questo avviene nel silenzio. In Emilia Romagna, la situazione vede un affollamento al 120% e la presenza di agenti della polizia penitenziaria al 75%, cioè manca un poliziotto su quattro. I detenuti in totale sono poco meno di 3500 rispetto a una disponibilità di posti di 2800, quindi il sovraffollamento è evidente. I detenuti stranieri, poi, rappresentano spesso un problema: pretendono di lavorare e diventano aggressivi per futili motivi. Piacenza è leader negativo in regione con il 63%, mentre la media regionale è del 50%. La Lega lavorerà per far scontare la pena a molti di questi delinquenti, per lo più spacciatori di droga e sfruttatori di prostitute, nei Paesi di provenienza. Servono accordi politici tra gli Stati, però, perché oggi le espulsioni sono difficili. La strada è questa.
Elena Murelli
Candidata della Lega nel plurinominale per la Camera Piacenza-Parma-Reggio Emilia
Pietro Pisani
Candidato del centrodestra per il Senato, Piacenza e Parma