Il Teatro Regio di Parma inaugura le celebrazioni con cui il Comune di Parma, insieme alle istituzioni culturali e musicali cittadine, celebra Ildebrando Pizzetti nel 50° della morte. Due i concerti dedicati al compositore, musicologo e critico musicale nato a Parma, realizzati in collaborazione con Niccolò Paganini.
Sabato 10 febbraio alle 21, con ingresso libero, presso la Chiesa di San Vitale, il Coro Ildebrando Pizzetti dell’Università di Parma, diretto da Ilaria Poldi e accompagnato all’organo da Francesco Baroni, eseguirà l’”Ave Maria” e il “Coro dei Catecumeni e delle cucitrici” – composto da Pizzetti per la tragedia “La nave” di Gabriele D’annunzio – e altri brani di Roberto Di Marino, Piero Caraba e Bruno Bettinelli. Nella seconda parte della serata, il Coro Euridice diretto da Pier Paolo Scattolin e Maurizio Guernieri, affiancherà la Messa di Requiem per sole voci, composta da Pizzetti tra il 1922 e il 1923, a musiche vocali di Maurice Duruflé, Giorgio Federico Ghedini, Benjamin Britten e dello stesso Pier Paolo Scattolin.
Domenica 11 febbraio alle 11, presso il Ridotto del Teatro Regio di Parma, il mezzosoprano Manuela Custer e il tenore Leonardo De Lisi, accompagnati al pianoforte da Raffaele Cortesi, interpreteranno liriche vocali e composizioni per pianoforte di Ildebrando Pizzetti. I biglietti (posto unico 5,00 euro) sono disponibili presso la Biglietteria del Teatro Regio di Parma e online su [email protected].
Nato a Parma nel 1880, Ildebrando Pizzetti fu tra i principali artefici di quel rinnovamento della musica italiana tra le due guerre e al suo inserimento in una dimensione antitradizionale ed europea che si riallacciava sia al linguaggio innovativo proposto da Debussy, sia al recupero del repertorio medievale e rinascimentale, al quale lo aveva stimolato il periodo di studi al Conservatorio di Parma. Amico di Toscanini e D’Annunzio, maestro sostituto al Regio di Parma a inizio Novecento, Pizzetti è stato fra i punti di riferimento nel dibattito sul teatro musicale italiano del Novecento, al quale, a fianco dell’ampia produzione cameristica, ha fornito un contributo decisivo culminato nel suo capolavoro del 1957, Assassinio nella cattedrale.