Baby gang a Parma, Gambarini (FI): abbassare l’età della punibilità. Rainieri (Ln):...

Baby gang a Parma, Gambarini (FI): abbassare l’età della punibilità. Rainieri (Ln): forze dell’ordine insufficienti

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Le baby gang che scorrazzano a Parma come in altre città italiane preoccupano non poco il centrodestra. Secondo Francesca Gambarini, candidata alla Camera per Forza Italia nel collegio plurinominale di Piacenza Parma Reggio Emilia, è necessario “approvare una legge che abbassi l’età dalla quale si può essere perseguiti penalmente e puniti. Purtroppo abbiamo a che fare troppo spesso con piccoli delinquenti in erba che, forti del fatto che non possono essere puniti per la loro giovane età, pensano di poter fare ciò che vogliono. E’ un problema che va affrontato con forza per evitare che la nostra società degeneri. L’unico modo per farlo è abbassare l’età della punibilità. L’unico Governo che può farsi carico di tale iniziativa legislativa è un Governo di centrodestra. Tutta la mia solidarietà va ai due poliziotti aggrediti. Servono pene esemplari e certe per chi aggredisce pubblici ufficiali che altro non fanno che fare il loro lavoro per garantire la nostra sicurezza e la nostra tranquillità. Compito di chi governa è quello di mettere la forze dell’ordine nelle condizioni di svolgere al meglio il loro importante compito“.

Se volete non chiamatele baby gang – tuona invece il vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega nord, Fabio Rainierima il problema di gruppi di ragazzini non solo maleducati ma decisamente violenti è diffuso e problematico a Parma come in altri realtà regionali. E tra i problemi vi è anche quello che le autorità preposte a contrastarlo, cioè forze dell’ordine e vigili, sono sempre più sguarniti per poter agire con efficacia“.

Alcune settimane fa, come Lega nord, abbiamo presentato in Regione un’interrogazione per chiedere maggior monitoraggio su questo fenomeno in espansione e maggiori e più efficaci iniziative per prevenirlo e contrastarlo – ha quindi proseguito il consigliere regionale leghista –. Uno dei presupposti di quel documento è che nel contrasto a tale fenomeno è fondamentale l’apporto dei comuni che a Parma invece, al di là delle promesse fatte dal sindaco Pizzarotti un anno fa quando vi erano già state diverse avvisaglie, è praticamente assente. Ma non solo, al disinteresse da parte dell’amministrazione comunale si aggiunge l’inadeguatezza della polizia municipale cittadina ad affrontare i problemi di ordine pubblico. Tra le varie carenze, va infatti evidenziata anche quella che i vigili urbani di Parma non sono dotati di manganello o distanziatore che dir si voglia. E forse, proprio nell’ultimo degli episodi da baby gang che le cronache cittadine riportano, quello di sabato pomeriggio con i vigili accerchiati e il poliziotto malmenato, quell’oggetto sarebbe stato molto utile per l’autodifesa degli agenti intervenuti. Comunque tutti gli operatori che sono preposti a garantire l’ordine pubblico hanno bisogno di poter far valere la loro autorità e le istituzioni pubbliche dovrebbero in questo sostenerle. Invece nell’Italia governata dal PD negli ultimi 7 anni succede l’esatto contrario. È infatti una vergogna e andrebbe cambiata subito nella prossima legislatura parlamentare la legge anti tortura in vigore dalla scorsa estate. Essa va a minare l’autorità delle forze dell’ordine che in ora possono finire sotto processo anche quando solamente intimano l’arresto. Un manifesto ideologico che non punisce nemmeno i veri comportamenti di tortura ma che ribalta la realtà facendo diventare i poliziotti delinquenti e i delinquenti vittime“.

1 COMMENTO

  1. Il vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ed esponente della Lega Nord, Fabio Rainieri, è intervenuto sul tema “baby gang”, invocando un rafforzamento dell’approccio securitario e di ordine pubblico. A preoccuparci sono, in particolare, due sue affermazioni.

    Innanzitutto, la richiesta di dotare i vigili urbani di manganello. Questa è politica del bastone, che è sempre stata fallimentare e non ha mai portato a una maggiore sicurezza, tanto meno nel nostro territorio: ci siamo già dimenticati il caso Bonsu e gli esiti pessimi della Carta di Parma? I quartieri – prima ancora che essere presidiati – devono essere vissuti, frequentati, devono diventare luoghi di relazione. Primario, quindi, è il ruolo di prossimità che può essere svolto, questo sì, dai vigili urbani.

    In secondo luogo, la pesante critica che Rainieri ha portato alla legge antitortura. Non solo per l’Italia era doveroso inserire il reato di tortura, ma lo ha fatto con un colpevole, imbarazzante ritardo: dopo quasi trent’anni dalla ratifica della Convenzione Onu in materia. L’autorità delle forze dell’ordine è minata proprio da quei pubblici ufficiali che causano danni gravi ai cittadini, gli stessi che lo Stato affida alla loro custodia. Puntare il dito contro questa legge, quindi, significa voler tornare indietro di decenni rispetto al resto del mondo.

    Crediamo che investire sull’uso della forza mostri una disattenzione imperdonabile ai reali problemi sociali, come la precarietà dilagante sul lavoro e la mancanza di un welfare degno di tale nome: questi sono i veri motivi in fondo al senso di insicurezza che serpeggia tra le nostre comunità, e che mettono in crisi i nostri valori. Valori che sono scritti in modo chiaro, senza possibilità di equivoci, nella nostra Costituzione e sui quali dobbiamo e possiamo ricostruire legami sociali forti.

    Emilio Rossi
    Candidato di Potere al Popolo

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