Guardia di Finanza, operazione “Maga Circe”: le Fiamme Gialle hanno smascherato un giro di prestiti fittizi (e appunto mai erogati) per oltre tre miliardi e mezzo di euro, ai danni di 143 imprenditori truffati, uno anche parmigiano, sessantenne che i soldi non li hanno mai visti, ma avevano pagato in anticipo le commissioni e i costi d’avvio dell’istruttoria.
I soldi guadagnati illecitamente a scapito degli imprenditori venivano sperperati alla grande dalla “titolare” dell’attività abusiva, una donna di 54 anni residente a Lesmo, in provincia di Monza e Brianza: tra le sue grandi passioni, o meglio i suoi grandi vizi, non mancava nemmeno il casinò. In pochi mesi avrebbe guadagnato circa 750mila euro, e ne avrebbe giocati più di 100mila ai casinò di Campione d’Italia e Sanremo.
L’operazione nel dettaglio: è la Guardia di Finanza di Desenzano ad aver proceduto con la misura cautelare (arresti domiciliari) nei confronti della donna a capo dell’organizzazione. Oltre a lei sono state denunciate altre due persone, attualmente indagate in stato di libertà.
I soggetti coinvolti erano riusciti a costruire una “finta struttura” composta da due Fondazioni create ad hoc, che altro non erano però che delle “scatole vuote”. Da una parte, la prima fondazione: aveva sede a Cernusco Lombardone ma uffici operativi in provincia di Brescia, e si occupava di valutare i progetti presentati dagli imprenditori, favorendo in particolare quelli ispirati alla green economy.
Tutto finto, ovviamente, così come era finta la seconda Fondazione, con sede legale in Svizzera ma operativa a Vimercate: questa funzionava come un “lender”, ovvero l’erogatore dei finanziamenti. Il compito di questa società era quello di fingere la messa a disposizione di denaro ai malcapitati imprenditori attraverso la stipula di un contratto di mutuo.
Le Fiamme Gialle hanno sequestrato ben 143 contratti fittizi, per un valore complessivo di 3 miliardi e 534 milioni di euro, finanziamenti che non sono mai stati erogati – questa era la scusa – a causa di continui e imprevedbili “intoppi burocratici”. Alcuni imprenditori hanno aspettato anche quattro anni, mentre i soldi delle commissioni (tra i 2200 e i 4400) venivano invece versati subito. Così facendo il trittico di truffatori è riuscito a incassare 750mila euro, tra l’altro mai nemmeno dichiarati al Fisco.