Secondo il prefetto di Parma Giuseppe Forlani, il numero di richiedenti asilo in arrivo nei prossimi mesi sarà nettamente inferiore rispetto a quello dello scorso anno. Una buona notizia per i parmigiani, ma le forze del centrodestra – sempre critiche verso lo stesso Forlani e gli amministratori di centrosinistra che hanno aperto le porte dei loro comuni – tornano all’attacco sul fronte dei costi.
Secondo il consigliere regionale della Lega Nord, Fabio Rainieri, “la nostra comunità si sta sobbarcando costi altissimi per tutti i clandestini. In particolare paghiamo le spese per prestazioni sanitarie non solo ai richiedenti asilo da poco arrivati ma anche a tutti quelli che vivono qui irregolarmente e per lo più nell’illegalità. Lo stesso rappresentante del Governo sul territorio di Parma dovrebbe essere più attivo anche per far diminuire quei costi“.
“Secondo i dati in possesso dell’Assessorato regionale alla salute e comunicati ai Consiglieri del Gruppo Lega nord – sottolinea lo stesso vicepresidente dell’Assemblea legislativa – solo a Parma nel 2017 sono stati spesi 588.684 euro per prestazioni sanitarie solo a cittadini stranieri non in regola con le norme relative all’ingresso ed al soggiorno e che non rientrano a nessun titolo tra quelli ospitati grazie ai programmi CAS e SPRAR nelle varie strutture di accoglienza, come i richiedenti asilo. Si tratta di spese di cui si fanno carico Ausl e Azienda ospedaliera universitaria di Parma per erogare gratuitamente servizi come ricoveri, visite specialistiche ambulatoriali, prestazioni di pronto soccorso e farmaci a erogazione ospedaliera. È una legge dello Stato, il D.lgs 286/98 a stabilire che gli stranieri irregolari senza permesso di soggiorno, che si trovano in Italia per qualsiasi ragione, hanno diritto ad essere presi in carico e curati dall’Ausl di riferimento; lo stesso decreto, però, dispone anche che il finanziamento delle prestazioni sanitarie “riservate” agli immigrati irregolari, sia a carico del Ministero della Salute”.
“Dovrebbe quindi essere lo Stato – secondo Fabio Rainieri – a rimborsare ad ogni azienda sanitaria della Regione Emilia Romagna l’importo dei costi sostenuti per l’erogazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie ai cittadini stranieri non in regola. Peccato che questo avvenga solo in minima parte e che i tempi di recupero dei crediti siano piuttosto lunghi. Infatti, a fronte di una spesa di 871.630 euro per l’annualità 2016, il Ministero ha rimborsato ad Ausl e Azienda ospedaliera di Parma un importo pari a 331.955 euro, meno del 50% di quanto dovuto. Un disavanzo che, calcolato a livello regionale, sale a 4 milioni 892mila 825 euro (a fronte di una spesa complessiva di 8milioni 115mila 971 euro, da Roma sono tornati appena 3 milioni 223mila 146 euro). Le ragioni dell’insolvenza o dei ritardi del Ministero della Salute sono le più disparate ma il risultato non cambia. Il nostro sistema sanitario regionale continua a spendere milioni di euro non solo per chi “vanta” la condizione di “migrante – richiedente asilo”, ma anche per chi in Italia non avrebbe nessun diritto a rimanere, mentre i cittadini italiani pagano fior di tasse e i ticket per avere i medesimi trattamenti“.
Sul piede di guerra anche Forza Italia, con Francesca Gambarini, capogruppo azzurro in Consiglio comunale a Fidenza.
“Finalmente anche il Prefetto lo mette nero su bianco: il parmense ha accolto più migranti di quanto avrebbe dovuto – tuona Francesca Gambarini -. Già era chiaro dato che i dati ci avevano detto che la percentuale di richiedenti asilo accolta a Parma e provincia era più alta di quella della ben più grande provincia di Bologna. Anche le dichiarazioni odierne del Prefetto non ci fanno ben sperare per il futuro. Non si intravede infatti una strategia per far diminuire il numero di migranti nella nostra provincia ma, semplicemente, ci si affida a quello che viene deciso dal Governo nazionale e dal Ministero dell’Interno. Avremmo voluto per una volta leggere che il Prefetto, sostenuto dai sindaci della provincia, aveva preso carta e penna per mettere a conoscenza il ministero della situazione della nostra provincia e chiedere di non assegnare più richiedenti asilo al parmense. Invece, ci si affida al caso e si usa un poco tranquillizzante condizionale. Che dire? Che Dio che la mandi buona!”.