L’avviso di fine indagine notificato al sindaco Federico Pizzarotti e agli altri indagati in seguito all’alluvione del Baganza dell’ottobre 2014 nei quartieri Montanara e Molinetto, ha suscitato non poche reazioni politiche. A Parma come a Bologna.
“Sarebbe stato meglio che la Giunta regionale avesse approfondito quanto avvenne in occasione dell’alluvione del Baganza con una minuziosa indagine interna come gli avevo espressamente ed ufficialmente chiesto io – tuona Fabio Rainieri, vicepresidente leghista dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna -. L’assessore regionale all’Ambiente ed alla Protezione civile, Paola Gazzolo, liquidò quella richiesta come né opportuna né utile e, nelle risposte alle due circostanziate interrogazioni che ho presentato sui punti oscuri della vicenda, ha sempre cercato di sollevare da ogni responsabilità i dirigenti regionali coinvolti oltre che il Sindaco di Parma e i dirigenti comunali, a riconferma di come siano vicini il PD che conta in Regione del Presidente Stefano Bonaccini con i suoi assessori e Federico Pizzarotti. Constato ora che la Procura di Parma è dello stesso mio avviso, perché i punti oscuri sulle responsabilità per presunte omissioni o ritardi nelle procedure di allerta e prevenzione non sono stati ancora sufficientemente chiariti“.
“Comunque, se le conclusioni alle quali è approdata la Procura di Parma riportate dai mezzi di informazione, saranno confermate nel prosieguo dell’inchiesta, sarebbero davvero inquietanti per il pressapochismo e la disattenzione che vengono addebitate in particolare all’amministrazione comunale di Parma e quindi in primo luogo, direttamente ed indirettamente, al sindaco Pizzarotti – ha proseguito il consigliere regionale leghista – E preoccupa non poco che l’amministrazione regionale non abbia voluto cercare di capire bene se allora qualcosa nelle procedure di prevenzione e di allarme non abbia funzionato. Forse, se invece di giustificare quel disastro solo per l’eccezionalità dell’evento atmosferico e per i tempi necessari alle comunicazioni secondo le procedure e le strumentazioni tecnologiche in dotazione, non sarebbero puntualmente capitati di nuovo disastri alluvionali come quelli del mese scorso della Parma a Colorno e dell’Enza a Lentigione o, perlomeno, si sarebbero avuti meno danni. Di certo vi è che la brutta pagina dell’alluvione del Baganza non si è ancora chiusa, anche perché non bisogna dimenticare che il nodo idraulico di Parma non è ancora stato messo in sicurezza e perché la ferita dei ridicoli indennizzi concessi ai privati danneggiati dai governi del PD è ancora decisamente aperta e lo sarà ovviamente per molto tempo ancora“.
Da Bologna a Parma, la Lega Nord commenta all’unisono. La capogruppo del Carroccio in Consiglio comunale Laura Cavandoli non risparmia critiche alla gestione Pizzarotti: “Ancora una volta, esattamente 6 mesi dopo la chiusura delle indagini della Procura di Parma sulla cessione a privati del pacchetto azionario di maggioranza della partecipata Stu Pasubio S.P.A., il sindaco di Parma riceve un’informazione di chiusura delle indagini, questa volta in merito all’inchiesta per l’esondazione del Baganza del 13 ottobre 2014. Ancora una volta, il sindaco si dichiara tranquillo e con la sua caratteristica leggerezza si autoassolve dichiarando di avere «fatto tutto quello che si doveva fare»! Intanto la Procura procede per disastro colposo aggravato, sono state evidenziate numerose negligenze, sottovalutazioni del rischio e tempistiche ritardate che hanno avuto come conseguenze l’allagamento di parte della città e l’isolamento della rete Telecom perché l’alluvio ha coinvolto anche la centralina a ridosso del Baganza. La popolazione fu tenuta all’oscuro dell’imminente pericolo e non poté nemmeno informarsi direttamente non essendo stati aggiornati i riferimenti della protezione civile: l’esondazione provocò oltre 100 milioni di euro di danni!”.
Secondo la Cavandoli, inoltre, “queste indagini hanno messo in evidenza che la realtà è diversa da quella raccontata dal sindaco che ancora oggi, in modo quasi infantile, respinge le responsabilità gravanti su di sé e sul Comune. Nel rispetto della presunzione di innocenza, mi aspettavo un atteggiamento più prudente, quanto meno nei confronti dei tanti cittadini che hanno subito danni irreparabili dall’alluvione”.
“Ciò che più preme al gruppo consiliare della Lega Nord – sottolineano i colleghi di gruppo consiliare Emiliano Occhi, Maurizio Campari e Carlotta Marù – è che oggi le procedure di aggiornamento del piano comunale di protezione civile, di attenzione e di allerta siano state completate in modo ottimale per evitare in futuro il ripetersi di simili catastrofi. Inoltre, proponiamo all’amministrazione di dotare la città di un servizio di comunicazione, già diffuso in altri comuni, basato sull’applicazione Telegram mediante il quale i cittadini iscritti al servizio possono ricevere gratuitamente, tempestivamente e direttamente sul proprio smartphone, le allerte meteo dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile della Regione Emilia-Romagna relative all’intera provincia”.
All’attacco anche Parma Unita Centristi con il consigliere Fabrizio Pezzuto, secondo cui “di fronte ad accuse gravi come quelle ipotizzate dalla Procura di Parma a carico del Sindaco Pizzarotti in relazione all’alluvione del 2014 c’è solo da sperare che il probabile processo possa dimostrare l’estraneità ai fatti del nostro primo cittadino. Sono abituato a non dare per scontata una condanna solo sulla base delle accuse formulate, ma in questo caso non posso non rilevare come le contestazioni formulate siano in piena sintonia con quanto Parma Unita e altri facevano notare già all’indomani del disastro, raccogliendo solo accuse di sciacallaggio politico e via dicendo. Il punto – sottolinea ancora Pezzuto – è che questa vicenda presenta analogie sconcertanti con un modo di governare la città che sembra sempre improntato ad una certa disinvoltura quando si tratta di atti amministrativi, salvo autoassolversi o sminuire le questioni quando ne viene presentato il conto”.
“Che si parli di accesso ai servizi, di rapporti con le partecipate o progetti per il territorio abbiamo visto troppe volte in atto – e l’ho visto in prima persona anche in questo mandato – una certa disinvoltura e leggerezza nell’adottare soluzioni o iniziative che tradiscono una visione dirigistica e strumentale del tema del rispetto delle procedure e dei vincoli che anche le normative pongono“, dice Fabrizio Pezzuto, che aggiunge: “Tratto comune di questo genere di vicende è l’incapacità da parte del Sindaco di mettersi in discussione e fare autocritica. Anche ieri la versione ufficiale è stata “Abbiamo fatto tutto il possibile”. Quasi a liquidare la vicenda relativa alla sua responsabilità che non è solo penale, ma anche politica. Per questo, quanto avvenuto nel corso dell’alluvione con milioni di danni e con il rischio, fortunatamente evitato, di causare delle vittime, non credo possa essere ridimensionato con qualche dichiarazione su Facebook e occorre che Pizzarotti, proprio per quel rispetto istituzionale che spesso invoca, muti atteggiamento e provi a spiegare alla città cosa sia successo, cosa sia stato fatto e cosa no e se oggi quelle presunte inadempienze contestategli siano del tutto scongiurate”.
Fiducioso come Federico Pizzarotti è il suo gruppo di maggioranza, Effetto Parma, guidato dal capogruppo Cristian Salzano: “Apprendiamo della notizia che coinvolge il nostro sindaco, che in quanto istituzione è persona sempre in prima fila al servizio di Parma e dei suoi concittadini, con tutti gli oneri e onori che la carica comporta. Siamo consapevoli del fatto che ogni autorità debba svolgere la propria funzione: quella giudiziaria sta esercitando la propria, noi continueremo a fare la nostra parte, affiancando il nostro Sindaco e dedicandoci alla città. Sempre e insieme. Come gruppo Effetto Parma abbiamo fiducia nell’operato della magistratura, e altrettanta fiducia verso il sindaco Pizzarotti, che ha sempre lavorato per Parma da istituzione e con responsabilità. Pertanto continuiamo il nostro percorso al fianco di una persona che, da sempre e nonostante tutto, continua a rimboccarsi le maniche ed andare avanti con impegno e caparbietà, augurandoci che dalle forze politiche non ci siano strumentalizzazioni, perché non fanno bene alla verità dei fatti e a Parma“.
Sul caso interviene anche il Partito democratico di Parma, auspicando “che la magistratura faccia luce sulle eventuali responsabilità chiarendo i contorni di una vicenda così drammatica. L’alluvione è stata una pagina dolorosissima per la città, ha causato ingenti danni alle case e alle infrastrutture dei quartieri Montanara e Molinetto, molte delle quali ancora oggi in attesa di essere ripristinate, e soprattutto ha rappresentato un grande trauma per le persone direttamente coinvolte e per tutta la nostra comunità, che ha saputo dare una risposta di grande solidarietà e vicinanza nei giorni e settimane immediatamente successive agli eventi. Oggi – si legge nella nota diffusa da Lorenzo Lavagetto, capogruppo Pd in Consiglio comunale, e dal segretario cittadino Michele Vanolli – non è il tempo della speculazione politica ma è venuto il momento della verità e della chiarezza, e ricordiamo che il PD di Parma e in particolare il gruppo consiliare, fin dai giorni immediatamente successivi all’alluvione, evidenziò i molti aspetti critici nella gestione dell’emergenza, aspetti critici che oggi ritroviamo nelle notizie apprese dai giornali. Siamo garantisti, siamo in una fase pre-processuale. Ci sarà il tempo per le valutazioni politiche delle eventuali responsabilità, in merito alle quali attendiamo che la magistratura faccia il proprio corso”.