Aveva un telefono fisso con gestore Wind, e lei, 85 anni, mai si sarebbe sognata di cambiare gestore e di privarsene. Ma la sua utenza venne prima “traslocata” a Vodafone, senza alcuna richiesta da parte della cliente, poi, disattivata.
Ora Wind è stata condannata a pagare 3500 euro di spese processuali: ancora da stimare il rimborso per l’85enne.
Aveva un telefono fisso con gestore Wind, l’85enne parmigiana protagonista della vicenda.
Ma nell’aprile 2011, la prima sorpresa: al posto della voce squillante dell’arzilla proprietaria dell’utenza, rispondeva una segreteria telefonica della Vodafone, presto diventata un “Vodafone informazione gratuita il numero chiamato non esiste”.
Ma nessuno, garantisce la signora, ha mai chiesto il cambio di gestore nonstante Vodafone affermi il contrario. Tanto meno nessuno ha chiesto la disattivazione della linea, così l’85enne si è rivolta al Movimento NUovi Consumatori, e la sua istanza è approdata in Tribunale.
Nel 2011, un giudice ha ordinato a Wind e Vodafone idi riattivare la linea, ma nessuna della due, seppur non presentando opposizione, lo ha fatto. Sette anni dopo la condanna a Wind: 3500 più il 15% di rimborso forfettario per le spese di giudizio, ancora da stabilirsi il rimborso all’85enne. Che rischia di costare come una telefonata molto lunga.