Partito Democratico, Parma Protagonista, Parma Unita Centristi sono d’accordo: a Parma bisogna ridurre le rette degli asili nido che l’amministrazione di Federico Pizzarotti ha lasciato invariate anche per il 2018. I soldi ci sarebbero, secondo i tre gruppi consiliari di opposizione, perché ce li ha messi lo Stato.
Ben 20 milioni sono arrivati in Emilia Romagna in seguito al decreto attuativo della legge 107/2015 che istituisce il “Sistema integrato di educazione e di istruzione rivolto ai bambini da zero a sei anni di età”, con l’obiettivo di “garantire pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali”. A Parma sono quindi arrivati 2,1 milioni di euro da destinare a questo specifico settore.
“Cosa ne farà il Comune di Parma non lo sa nessuno: quel che apprendiamo dalla stampa è che le tariffe da noi non cambieranno, nonostante i fondi siano stanziati proprio con l’obiettivo di ridurre i costi per le famiglie e le inefficienze del sistema (tanto per fare un esempio, il sindaco di Bologna ha già annunciato il dimezzamento delle tariffe) – si legge nella nota dei gruppi consiliari Partito Democratico, Parma Protagonista, Parma Unita Centristi -. Il prossimo 15 gennaio si riunirà, per la prima volta dall’insediamento di questa Giunta, la commissione scuola. All’ordine del giorno “scuole e contributi regionali”, temi sui quali chiediamo da lungo tempo di poter avere un confronto aperto. Il giorno seguente, 16 gennaio, sarà pubblicato il bando per l’accesso ai nidi ed alle scuole d’infanzia comunali. Più che una discussione dunque, una comunicazione di decisioni già prese, come al solito”.
“Da settembre, a seguito della pubblicazione delle liste di attesa (ancora 1 bambino su 5 a inizio anno scolastico), abbiamo sostenuto la necessità di analizzare quanto l’offerta dei servizi educativi comunali fosse in grado di rispondere alle reali richieste delle famiglie – proseguono le opposizioni -. Rimodulazione delle rette, impiego dei finanziamenti statali e regionali stanziati a sostegno dei servizi 0-3, liste di attesa, criteri di accesso e la recente notizia della chiusura di due strutture con posti in convenzione sono i temi che si sono posti all’attenzione pubblica e restano in attesa di un confronto politico. Qual è la nostra proposta? Siccome i fondi statali verranno versati per i prossimi tre anni, grazie all’impegno del Governo, proponiamo fin da ora che le rette delle scuole della fascia 0-3 siano ridotte in modo significativo, in particolare per gli scaglioni più pesantemente colpiti, e che si apra un serio confronto sulla gestione dei fondi e delle necessità territoriali che consenta alla città di esprimere le proprie esigenze, programmando per tempo gli interventi futuri, rimettendo al centro della discussione anche il fattore famiglia o le misure perequative che, alla luce dell’intervento finanziario di cui sopra, possano essere applicate alla nostra realtà”.
Di tutt’altro avviso Effetto Parma, il gruppo di maggioranza in Consiglio comunale, che smentisce le cifre fatte circolare dalle opposizioni.
“Lo stanziamento regionale per i servizi all’infanzia che arriverà a Parma sarà di un milione di euro e non “più di due milioni” come affermato dalle minoranze – si legge in una nota di Effetto Parma -. Ci stupisce la poca attenzione dimostrata dai consiglieri di opposizione nel diffondere dati fuorvianti al limite delle fake news citando cifre approssimative senza la concretezza e la serietà che sarebbe d’obbligo per chi ha un ruolo di rappresentanza e tutela degli interessi dei cittadini”.
“Il gruppo di maggioranza Effetto Parma, come farà anche in commissione, sostiene la linea dell’amministrazione Pizzarotti che sin dallo scorso mandato, garantendo il mantenimento dell’alta qualità dei servizi, ha attuato una rimodulazione equa delle rette, rendendole progressive e diminuendo le tariffe minime per garantire l’accesso alle fasce più deboli – prosegue il gruppo consiliare di maggioranza in Consiglio comunale -. Una scelta che riteniamo di responsabilità, come cittadini e come amministrazione, verso chi ha di meno. Ad oggi le nostre rette sono – e rimangono – mediamente le più basse in Regione. Abbassare le rette più alte significherebbe alzare quelle più basse a discapito delle famiglie meno abbienti. Confidiamo che con la stessa considerazione delle esigenze dell’intera nostra comunità, l’opposizione dimostri maggiore attenzione al tema, senza avanzare proposte semplicistiche, forse dettate dalla mera ricerca di consenso e auspichiamo un confronto costruttivo nella commissione di lunedì 15″.
In realtà la cifra di 2,1 milioni di euro arriva dalla Regione che ha ripartito i 20 milioni ricevuti dallo Stato finalizzati a “rette più contenute, liste d’attesa ridotte e maggiore qualità dei servizi educativi per la fascia 0-3 anni”. Ma la somma è ralativa a tutta la provincia di Parma.