La richiesta della città di Roma e della Regione Lazio di conferire i rifiuti a Parma riporta al centro del dibattito l’inceneritore, con tutte le ipocrisie che si nascondono all’ombra del camino di Ugozzolo. La polemica tra i sindaci di Parma e di Roma appare strumentale: in realtà il termovalorizzatore di Parma, con il consenso del Comune e in accordo con la Regione, accoglie da tempo rifiuti da altre province. Accusare Roma (ma non, per esempio, Reggio Emilia) di essere inefficiente è semplicemente un attacco politico al Movimento Cinque Stelle.
Stando ai dati resi noti dalle autorità di controllo, l’inceneritore brucia 149.000 tonnellate di rifiuti ogni anno. Una mole immensa di cui soltanto 48.000 tonnellate sono prodotte nel territorio cittadino e provinciale. Il resto, 101.000 tonnellate, arriva da fuori provincia: conti alla mano, si tratta di circa il 70% dei rifiuti inceneriti a Parma, ma prodotti altrove.
Il Comune di Parma, in accordo con Regione Emilia Romagna e Iren, ha rinunciato da tempo a porre qualsiasi ostacolo o veto alle diverse varianti autorizzative del termovalorizzatore di Ugozzolo, condividendo le proposte di Iren per un suo uso sempre più intensivo e allargato, come, a titolo di esempio, risulta dalla Delibera Regionale del 1 febbraio 2016, basata sulla Conferenza servizi del 1 febbraio 2016 sottoscritta dallo stesso Comune di Parma.
L’attuale Amministrazione, quindi, ostile all’inceneritore a parole, praticamente ne favorisce un uso sempre più allargato, nonostante che nell’atto autorizzativo fosse stato formalizzato il vincolo di potere ricevere i soli rifiuti di Parma.
Il risultato è che l’impianto di Ugozzolo si trova oggi a servire un bacino sempre maggiore, configurandosi paradossalmente come l’unica infrastruttura di valenza territoriale di Parma. Tutte queste scelte comportano un evidente vantaggio per Iren, gestore dell’impianto, una società quotata in Borsa e quindi sostanzialmente privata.
Queste ragioni sarebbero sufficienti a rendere quanto meno inopportuna qualsiasi sponsorizzazione di Iren al Comune, in virtù di quell’intreccio di interessi fatalmente sotteso, in particolare l’interesse del Comune a farsi sponsorizzare il proprio evento mediatico più popolare (la festa di Capodanno) sotto l’ombra del termovalorizzatore. A questi profili di inopportunità se ne aggiungerebbe un altro, qualora nei prossimi mesi Iren intendesse partecipare alla gara di appalto promossa dall’Agenzia d’ambito Atersir per la gestione dei rifiuti a Parma, con una base d’asta di oltre 813 Milioni di Euro per 15 anni di servizio, sapendo che nell’Ambito il Comune di Parma è quello di gran lunga più grande ed influente.
In tale scenario, appare surreale il presunto conflitto tra le amministrazioni di Parma e di Roma, in cui quella di Parma, sembra vantarsi di disporre di un impianto che disse di non volere, ma che in realtà continua a favorire e dal cui gestore trae per altro cospicue sponsorizzazioni.
Pier Paolo Eramo, Bruno Agnetti e Paolo Scarpa
Parma Protagonista