La Procura non ha bisogno altri elementi per portare a processo Wally Bonvicini e altre 6 persone coinvolte nell’inchiesta della Guardia di Finanza che ha portato alla luce un sistema collaudato per far sparire, attraverso conti esteri, i patrimoni di persone interessate ad eludere il fisco. Il pm Emanuela Podda che ha coordinato l’inchiesta ha infatti chiesto al Gip del tribunale di Parma il giudizio immediato per la Bonvicini e le altre 6 persone, saltando così la fase dell’udienza preliminare.
Stralciate alcune accuse, restano le più pesanti, come l’associazione a delinquere finalizzata all’evasione delle imposte e alla sottrazione dolosa ai provvedimenti del giudice.
Si tratta di Sante Scian, Tom Vigini, Serena Redditi, Sauro Terzuoli, i collaboratori più stretti della Bonvicini, e dei due parmigiani Barbara Oleari e Giuseppe Antoniazzi, tutti ai domiciliari salvo la Bonvicini.
La vicenda è quella portata alla luce con l’operazione “Parola d’ordine” o dal francese “Mot de passe”, come si chiamavano le società estere costituite ad hoc, secondo l’accusa, per raccogliere il denaro che doveva sparire agli occhi del fisco. Queste società venivano aperte in Senegal, in Croazia, in Slovenia. I finanzieri hanno anche sequestrato 16 immobili, 3 conti correnti, 7 aziende, 2 siti web, diverse quote societarie e autovetture di lusso. Le successive perquisizioni sono state eseguite in tutta Italia. ad Arezzo, Pordenone, Trieste, Savona, Padova, Verona, Milano, Pistoia, Ravenna, Reggio Emilia, Salerno, Chieti e Ferrara.
L’organizzazione, secondo l’accusa, ruotava attorno all’imprenditrice Wally Bonvicini, 65 anni, finita in carcere a Modena nell’ambito dell’operazione, già candidata a sindaco di Parma nel 2012, e fondatrice di FederItalia, un’associazione che si occupa di tutelare gli utenti delle banche.
Gli episodi contestati risalgono tra il 2011 e giugno del 2015, quando le prime denunce di alcuni imprenditori di Parma che non avevano più visto tornare indietro i soldi affidati all’organizzazione, hanno fatto scattare le indagini. In tutto sono 26 gli indagati. I reati a vario titolo contestati sono associazione a delinquere, sottrazione fraudolenta per debiti tributari, calunnia.