Il Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha individuato un uomo, originario del parmense, cui facevano capo un gruppo di società collegate tra loro, aventi sede legale a Roma ma effettiva a Poviglio, operanti nel settore delle costruzioni meccaniche ma dedite stabilmente alle frodi fiscali (da qui il nome dell’operazione: “fabbrica del nero”).
Le indagini dei finanzieri sono durate alcuni mesi ed hanno preso in esame l’operatività di alcune società che venivano costituite per poi trasferire, dopo poco tempo, fittiziamente la sede in altre provincie; acquistavano beni in esenzione di Iva e li rivendevano senza dichiarare i proventi al fisco; distruggevano sistematicamente le scritture contabili; facevano ricorso anche ad emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, al fine di consentire ad altre società collegate di ottenere ulteriori indebiti risparmi di imposte.
L’ammontare complessivo degli imponibili sottratti a tassazione è di oltre 60 milioni di euro e le violazioni all’IVA oltre 15 milioni di euro.
Come se non bastasse, era stato ideato anche un ulteriore meccanismo truffaldino capace di assicurare un ingente “risparmio” fiscale: utilizzando falsi crediti IVA, quantificati in oltre 3 milioni di euro, maturati anche attraverso l’annotazione di fatture per operazioni inesistenti, le imprese controllate attestavano falsamente di versare all’erario qualsiasi onere derivante dall’attività svolta, mediante il sistema delle compensazioni tributarie.
Con lo stesso meccanismo tali società dichiaravano di aver versato contributi previdenziali ed assistenziali relativi ai propri dipendenti per oltre 2 milioni di euro, quando in realtà tali oneri non risultavano essere stati corrisposti né all’INPS nè all’INAIL.
Le indagini hanno consentito di rilevare una ingente frode fiscale che, tra imposte dirette ed IVA, supera gli 80 milioni di euro sottratti a tassazione, oltre a numerose altre irregolarità fiscali.
Attraverso mirate verifiche e controlli fiscali sono stati definiti i contorni del meccanismo fraudolento individuando, tra l’altro, due evasori totali, cioè soggetti completamente sconosciuti al fisco, avendo omesso di presentare qualsiasi dichiarazione reddituale.
Allo stato attuale la Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha denunciato. un 40enne originario della provincia di Parma, quale responsabile della frode e di numerosi reati tributari, ma molte sono le posizioni ancora sottoposte ad accertamenti di natura fiscale al fine di definire compiutamente i contorni dell’ingente frode