Dopo l’ultimo incontro con la direzione aziendale di mercoledi 22 novembre l’assemblea delle lavoratrici e lavoratori poligrafici della Gazzetta di Parma, insieme a Slc Cgil Fistel Cisl e Uilcom Uil, hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione e di programmare 18 ore di sciopero, la cui articolazione sarà definita nelle prossime ore.
Si tratta dell’ultimo passaggio sulla vertenza che riguarda la chiusura del centro stampa della Gazzetta di Parma deciso dall’azienda. Il giornale dal prossimo febbraio sarà stampato a Bologna.
Lo stato di agitazione e lo sciopero sono stati decisi a fronte della mancanza di risposte concrete ed esaurienti da parte dell’azienda sia rispetto al percorso che al merito delle possibili soluzioni da adottare per salvaguardare da un punto di vista occupazionale, economico e normativo gli 11 lavoratori del centro stampa dichiarati in esubero.
Negli ultimi due incontri le rappresentanze dei lavoratori avevano chiesto di proseguire il confronto per concordare i percorsi per i prepensionamenti una volta individuati i lavoratori interessati; tra le richieste la ricollocazione in azienda in reparti diversi dal centro stampa dove comunque ci saranno prepensionamenti; ricollocazione in azienda a fronte di reinternalizzazione di alcuni servizi; garanzia della ricollocazione in altre aziende per i restanti lavoratori; pari condizioni economiche (o quanto meno una compensazione) e normative a quelle attuali per i lavoratori interessati da ammortizzatori sociali e ricollocazioni.
L’azienda, invece, scrivono i sindacati, si è limitata a premettere che l’incontro non poteva che essere informativo riservandosi di formulare una proposta al prossimo incontro del 27 novembre a Roma.
Inoltre, a parte i numeri sui potenziali prepensionamenti, alla “comunicazione di aver stipulato un accordo con una società locale per l’outplacement dei lavoratori (che comunque non garantisce la ricollocazione) e ad un’apertura, del tutto insufficiente, alla reinternalizzazione di alcuni servizi, null’altro è stato posto sul tavolo di trattativa, anzi, è stata espressamente esclusa la possibilità di riconoscere la parità economica e normativa di trattamento ai lavoratori interessati da quella che si sta rivelando come una vera e propria ristrutturazione aziendale”.
Ragione per cui, conclusono le organizzazioni, “è ancor più necessario che venga presentato il piano industriale di Gazzetta di Parma e dell’intero gruppo”.