Un parmigiano ha prestato 400 lire al Partito Comunista Italiano nel lontano 1946, adesso gli eredi presentano il conto al Partito democratico di Matteo Renzi. Che per quelle 400 lire di 71 anni fa rischia di dover pagare oggi – quale erede del Pci – oltre 18 mila euro. Un vero salasso in sé, ma anche una brutta gatta da pelare visto che sarebbero tanti in tutta Italia i creditori che hanno in tasca le obbligazioni del partito, firmate allora dal leader Palmiro Togliatti.
L’avvocato Giovanni Rossetti – che ha già presentato il ricorso al Giudice di Pace di Parma – rappresenta gli eredi di Pietro Seletti, classe 1918, parmigiano, allora giovane militante di sinistra. Seletti, nonostante le tante difficoltà di un Paese dilaniato dalla guerra, non ci ha pensato su due volte nel sostenere il partito in cui credeva e la linea politica di Togliatti. Ha quindi sottoscritto due obbligazioni da 200 lire in data 1 marzo 1946, mettendo la somma a disposizione del Pci.
Perse le elezioni – vinte all’epoca dalla Dc di Alcide De Gasperi – Seletti non ha più rivendicato il suo credito e i documenti sono andati smarriti. Almeno fino a qualche settimana fa quando sono stati ritrovati rovistando tra le cose nella casa degli avi.
“I titoli sono stati fatti stimare da un nostro consulente contabile che ha calcolato, tra interessi, rivalutazione e capitalizzazione dal 1 marzo 1946 ad oggi una cifra creditoria di circa 18mila euro – spiega l’avvocato Giovanni Rossetti -. L’uomo ha conferito incarico al nostro studio al fine di recuperare quel denaro dal Partito Democratico che subentra a tutti gli effetti giuridici nel rapporti debitori e creditori del Partito Comunista italiano dell’epoca”.