Al 31 ottobre 2017, sono 265 le donne accolte al Centro Antiviolenza, di cui 233 hanno subito violenza. Di queste 201 sono nuovi contatti, mentre 32 sono le donne che hanno continuato a seguire un percorso di uscita dalla violenza iniziato negli anni passati. La maggior parte delle donne (102) sono italiane; le straniere che si sono rivolte al Centro nel corso di quest’anno sono state 82. La maggior parte delle donne accolte al centro (134 donne) ha uno o più figli/e, spesso vittime di violenza anche loro. Su un totale di 249 figli/e, infatti, il 73,0% è vittima di violenza (182 figli/e).
La violenza più diffusa è quella psicologica (riscontrata in 176 casi), seguita da quella fisica (140). Più rare la violenza economica (81) e sessuale (44). Nell’analizzare questi dati bisogna tener conto che difficilmente la violenza viene esercitata in una sola forma. Molto più spesso, le donne che si sono rivolte al centro hanno subito più forme di violenza in forma congiunta. Nella maggior parte dei casi la violenza è agita da un partner, un convivente, un ex o comunque un familiare/conoscente.
Ma quali sono le richieste delle donne che si rivolgono al centro? Ai primi posti fra i bisogni espressi dalle donne accolte figurano: sfogo (76 donne) e la richiesta di consigli e strategie (67). Tante anche le donne che richiedono una consulenza legale (65). Ovviamente anche in questo caso nell’analizzare questi dati bisogna tener conto che molto spesso le donne che si sono rivolte al centro hanno fin da subito espresso più tipologie di bisogni.
Rispetto allo scorso anno si registra un deciso aumento: al 31 ottobre del 2016, infatti, erano state 188 le donne accolte presso il centro antiviolenza, di cui 163 nuovi contatti. Anche l’anno passato le donne italiane erano di più rispetto a quelle straniere e la maggior parte delle donne aveva dei/lle figli/e. A tal proposito da sottolineare che resta praticamente invariata la percentuale di figli/e vittime di violenza (l’anno passato erano stati il 73,8%). Un dato che deve far riflettere sull’importanza di una corretta educazione di genere per bambine/i esposte/i fin dalla tenera età alla violenza maschile.
Per quanto riguarda le case rifugio, nel corso di questo 2017 sono state ospitate 44 donne, ventiquattro delle quali sono state accolte insieme ai/lle loro figli/e (49) per un totale di 93 persone ospitate, tra donne e figli/e. Continua, in questo caso, il trend di crescita già registrato l’anno passato (73 tra donne e figli/e) frutto del lavoro di rete che nel tempo si è andato rafforzando e che vede il Centro Antiviolenza riconosciuto dalle istituzioni del territorio nella sua specificità e metodologia non neutra ma basata sulla relazione tra donne che sa garantire sostegno, grazie al lavoro delle proprie operatrici e volontarie, nei percorsi di autonomia delle donne che subiscono violenza maschile.
L’aumento registrato nel numero di donne che si sono rivolte a noi ci fa sperare che quanto stiamo facendo da anni per far conoscere il fenomeno della violenza maschile sulle donne incominci a dare i suoi frutti. Il centro, infatti, è quotidianamente impegnato in un lavoro di sensibilizzazione e formazione allo scopo di far conoscere il fenomeno e di prevenzione tra le/i giovani.
In tal senso assumono una rilevanza particolare i due eventi che l’Associazione Centro Antiviolenza ha pensato e realizzato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Il 25 novembre apriremo alla cittadinanza le porte della nostra sede in Vicolo Grossardi, 8. Dalle 16.30 alle 18.00 sarà possibile incontrare le operatrici e le volontarie dell’Associazione e insieme a loro ripercorrere la storia del Centro Antiviolenza e conoscere le attività, le forme di sostegno e gli aiuti offerti alle donne. Verrà anche proiettato un video che ripercorre la storia e le attività del centro e ci saranno interessanti momenti di confronto. Sarà anche possibile visitare la mostra “Testimoni silenziose”, la rassegna itinerante voluta dalla Casa delle donne di Bologna che da oltre 10 anni gira l’Italia per ricordare le vittime di feminicidio. Lo scopo delle Testimoni è quello di dar voce a tutte le donne che non possono più parlare, al fine di creare una coscienza politica sull’esistenza del femicidio come conseguenza della diffusa violenza di genere presente nella nostra società. Sebbene siano “silenziose”, le Testimoni – sagome di donne, in lega di alluminio autoportanti e a grandezza naturale, che vengono annualmente aggiornate con i nomi e le storie delle donne vittime di feminicidio dell’anno precedente – urlano allo spettatore la loro storia e lanciano un messaggio d’allarme alle istituzioni affinché adottino azioni concrete per proteggere le donne vittime di violenza.
Altro momento di confronto ci sarà il 28 novembre. “Le parole per NON dirlo” è un convegno – patrocinato dal Comune di Parma – che abbiamo voluto fortemente e sarà l’occasione per una riflessione approfondita sul tema del linguaggio e degli stereotipi di genere. Il convegno si terrà alle ore 15.00 presso l’Oratorio Novo della Biblioteca Civica di Parma e interverranno la Professoressa Cecilia Robustelli, esperta del rapporto tra lingua e genere femminile nella lingua italiana, la Dottoressa Sveva Magaraggia, studiosa dei media e in particolare della rappresentazione della donna e della violenza di genere nella cultura mediale, e la Dottoressa Cristina Demaria, i cui interessi di ricerca sono rivolti in particolare agli studi di genere (gender studies) e all’analisi sociosemiotica dei linguaggi audiovisivi. Sarà anche l’occasione per fare il punto della situazione su “#sullamiapelle”, il progetto che abbiamo lanciato lo scorso 8 marzo e che ha lo scopo di “fotografare” quanto sta accadendo e accade ogni giorno in città grazie alle testimonianze delle donne di Parma e provincia che ci hanno raccontato le discriminazioni, le molestie, le violenze e le violazioni che incontrano ogni giorno, nella loro quotidianità e nei variegati contesti di vita (ancora spesso influenzati da diversi stereotipi di genere), in ragione del loro essere donne.
Infine, come consuetudine da qualche anno ormai, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’Associazione Centro Antiviolenza di Parma lancerà anche la propria adesione a One Billion Rising 2018, l’iniziativa lanciata a livello globale da Eve Ensler. Anche quest’anno il tema centrale sarà quello della solidarietà. Continueremo a pretendere giustizia e a lottare contro tutte le forme di violenza contro le donne, inclusa una crescente resistenza contro i sistemi che causano altre forme di violenza.