Volti distesi e soddisfazione nella sala stampa del Tardini dopo la vittoria del Parma sull’Avellino per 2 reti a 0. Mister Roberto D’Aversa è soddisfatto della prestazione, anche se la sua squadra non riesce a chiudere per tempo le partite.
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“Credo che l’interpretazione sia stata ottima nelle ultime due gare, abbiamo fatto molte bene a cominciare dalla fase difensiva. Da migliorare c’è il fatto di chiudere prima le partite: abbiamo creato tante situazioni, dobbiamo stare più attenti negli ultimi 20 metri. Gagliolo ha riscontrato un problema al polpaccio, ha sentito tirare”, ha detto il tecnico crociato rispondendo alle prime domande, aggiungendo poi – a proposito del fatto che oggi in campo c’erano 8/11 che hanno vinto la Lega Pro – che “lo scorso anno avevamo alcuni giocatori di categoria superiore per la Lega Pro che potevano fare fatica, perchè in quel tipo di campionato si corre molto, ma sotto l’aspetto tecnico c’erano squadre che affrontavano le partite per non vincere ma per non subire, in B è diverso. Quando si parla del Parma lo si fa spesso solo a proposito del mercato, ma i meriti vanno divisi tra tutti, vecchi e nuovi“.
Sul prossimo futuro, D’Aversa non ha dubbi: “Il campionato di B è talmente equilibrato che non ti permette di sederti. Questi risultati devono fare sì che affrontiamo il lavoro settimanale con più entusiasmo, più certezza e convinzione anche sotto l’aspetto tattico: quando non si vinceva non era un problema di modulo, era solo una questione di come si affrontano le gare, e questo è un aspetto importante perché in Serie B ci sono sempre delle insidie. A Foggia abbiamo fatto una prestazione importante: loro non perdevano in casa da un anno, in un ambiente dove 14mila tifosi li hanno spinti fino all’ultimo, la squadra è stata quindi forte sotto tutti punti di vista”.
“Le critiche dell’inizio campionato? Se si vuole criticare il Mister va bene, fa parte del mio lavoro. L’importante è che ci sia sempre l’appoggio nei confronti dei ragazzi, in modo che possano lavorare in maniera serena. A volte la critica è andata oltre, ma devo pensare solo al lavoro”.
“Ottenere risultati ti porta delle certezze. Se si vanno ad analizzare tutte le gare in casa si è sempre fatto bene: con la Salernitana ad esempio siamo andati benissimo per un’ora, poi abbiamo avuto un black out, ma si impara più da alcune situazioni negative che dalle vittorie, come successo anche nella sconfitta con il Pescara. I giocatori vorrebbero vincere tutte le partite giocate in casa per dare soddisfazione al nostro pubblico, ma in questi casi il voler vincere a tutti i costi può portarti a concedere qualcosa all’avversario”.
“Mazzocchi? In allenamento dà sempre il 200 per cento. Andava disciplinato perchè ha potenzialità fisiche di alto livello ma a volte si intestardisce in determinate cose e rischia di sprecare energie inutilmente. Sotto l’aspetto caratteriale un allenatore lo vorrebbe avere sempre con sè uno come lui, è un “cazzuto” sia in partita che in allenamento”.
Antonio Di Gaudio, al suo primo gol crociato dopo cinquanta secondi dal fischio di inizio, è felice per il sigillo personale e per il risultato della squadra, ma invita tutti a mantenere i piedi per terra.
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“Dopo la mia rete del vantaggio, abbiamo un po’ sofferto. Forse per un piccolo calo di concentrazione. L’Avellino è un’ottima squadra. Noi abbiamo sbloccato subito la partita. Per noi era fondamentale, per dare un’impronta forte alla gara. Alla fine, poi, abbiamo chiuso l’incontro. Per noi, oggi, era importante vincere e chiudere con nove punti questo trittico di partite in una settimana. Il vento che spirava oggi sul Tardini ha allungato un po’ le traiettorie del pallone, che andava un po’ più veloce creandoci qualche piccola difficoltà. In queste condizioni, bisogna cercare di controllare maggiormente la palla. L’odierna era la classica partita da vincere e da portare a casa con cattiveria e carattere. Ce l’abbiamo fatta”
“Abbiamo chiuso questo trittico di impegni alla grande. Sicuramente non eravamo scarsi quando abbiamo perso qualche colpo in precedenza e adesso non siamo dei fenomeni. Bisogna avere continuità e giocare ogni partita così, con determinazione e concentrazione. Solo così ci toglieremo soddisfazioni. Il nostro modulo di gioco in campo è sempre lo stesso. E’ cambiata soltanto la nostra determinazione con cui affrontiamo le gare, con la cattiveria di portare a casa il risultato. E’ questo che fa la differenza in ogni categoria, anche in Serie B. Siamo a un punto dalla vetta? Io dico che ci sono sempre le altre squadre che sono strutturate per la promozione, quelle che sono retrocesse dalla Serie A che hanno avuto il paracadute che partono avvantaggiate. Noi dobbiamo semplicemente fare il nostro campionato e pensare partita dopo partita. Adesso abbiamo questa sfida molto difficile sabato a Frosinone che dobbiamo preparare bene in settimana“.
“Il primo gol con la maglia del Parma? Sono felicissimo. Lo cercavo da tempo. Adesso che mi sono sbloccato, sono contento. Lo dedico a mia moglie e mio figlio che mi hanno trasmesso tranquillità in questo periodo e ai miei compagni che mi sono stati vicini sostenendomi dicendomi che, prima o poi, questo gol sarebbe arrivato. Dopo la sconfitta con il Pescara, è stato importante vincere con l’Entella per dare un’impronta e poi a Foggia in uno stadio sempre difficile come lo Zaccheria, dove non è mai facile ottenere i tre punti. Era difficile anche oggi con l’Avellino, che è una squadra importante con giocatori di categoria, che può essere fastidiosa per chiunque. Il mister è bravo a non esaltarci quando le cose vanno bene e a non farci buttar giù quando si perde, conferendoci la giusta mentalità“.
“Adesso pensiamo a fare bene con il Frosinone. Sarà una partita difficile, in un ambiente caldo, contro una squadra strutturata per andare in Serie A. Raccoglierci tutti a gruppo dopo le partite? E’ una cosa nostra, che facciamo in casa al Tardini. E’ la nostra unione, che coinvolge tutti noi, chi gioca e chi non gioca. In un gruppo così forte è fondamentale essere tutti per uno. E’ importante essersi sbloccati in casa, sul nostro campo, perché chi viene qui al Tardini deve avere un po’ di paura, un po’ di timore. Sono stati bravi, in questo periodo, i nostri tifosi a incitarci sino alla fine in ogni partita, anche quando le cose non andavano bene. Noi dobbiamo riuscire a trasformare in applauso quei pochi fischi che ogni tanto si sono sentiti, perché questa è una tifoseria fantastica che dobbiamo anche noi aiutare per farci applaudire“.