San Secondo: Rocca dei Rossi, la Sala dell’Asino d’Oro è di Tamagni

San Secondo: Rocca dei Rossi, la Sala dell’Asino d’Oro è di Tamagni

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Un lungo lavoro di ricerca e catalogazione terminato con la presentazione della prima monografia su Vincenzo Tamagni da San Gimignano, artista del ‘500, allievo di Raffaello che ha lasciato traccia del suo lavoro anche nella Rocca dei Rossi di San Secondo. Il volume e la vita di Tamagni sono stati presentati a San Secondo dall’autrice della monografia e storica dell’arte Rossana Castrovinci, alla presenza di un attento pubblico ed esperti del settore.

L’opera è molto importante per la Rocca della Bassa parmense, perché, grazie alla sua minuziosa ricerca durata anni, la Castrovinci ha potuto attribuire con una certa sicurezza la paternità degli affreschi della Sala dell’Asino d’Oro proprio a Tamagni, rafforzando quella che fino ad oggi era solo un’ipotesi. Nella Sala dell’Asino d’Oro, chiamata in questo modo perché ispirata dai racconti delle “Metamorfosi” di Apuleio, sono ritratte una serie di scene dedicate alle vicissitudini di Lucio Asino, le uniche del genere che siano state ritrovate, in quanto solitamente è la storia di Amore e Psiche a tornare nelle opere d’arte tratte dal medesimo romanzo.

La storia di Lucio trasformato in asino è raffigurata nella Sala dell’Asino d’Oro attraverso 17 immagini con richiami erotici e comici, nei quali si legge il percorso tormentato del protagonista, che tramite diverse prove e difficoltà, riesce alla fine a trovare una ricompensa, tornando uomo. La sala era originariamente la camera nuziale di Pier Maria III e Camilla Gonzaga che si pensa abbiano commissionato un’opera con contenuti più leggeri e allusivi per quella che sarebbe diventata la loro stanza.

«In base alle ricostruzioni che ho fatto, mi sento di dire che queste di San Secondo sono le ultime opere di Tamagni, prima della sua morte – racconta la Castrovinci – perché il tratto usato per le figure e il tipo di tecnica scelta è identico a quello ritrovato in altre opere dell’artista nell’ultimo periodo della sua vita. Tamagni fa parte di quei nomi considerati minori, invece studiando la sua vita e il suo percorso lavorativo tra Centro e Nord Italia, si capisce come in realtà sia stato una figura di spicco per l’arte del ‘500, facendo parte anche dell’illustre bottega di Raffaello».

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