Ci sono voluti 5 anni, dal 2012 al 2017, per capire che a Parma ci sono svariati problemi: gestione della raccolta dei rifiuti, gestione delle emergenze, gestione della sicurezza cittadina, gestione delle infrastrutture, gestione della città.
Ci sono voluti 5 anni per capire che questa amministrazione (la minuscola è voluta) non funziona: non vuole la partecipazione cittadina (anche se la ha tanto decantata, sventolata, pubblicizzata), ma le partecipate invece…
Non vuole aprire gli occhi su una città che, ormai, si sta imbruttendo ogni giorno di più.
Non vuole rendersi conto che i cittadini sono ormai afflitti, esasperati, stanchi di non essere ascoltati o, quando il miracolo dell’ascolto accade, viene risposto loro con una scrollata di spalle e un lapidario “va tutto bene, sono solo percezioni”.
Ci sono voluti 5 anni per capire che i miracoli non li compie nessuno (a parte, dicono, qualcuno molto più in alto di noi), ma che nonostante tutto si cerca di farlo credere: Parma esempio per la differenziata, Parma esempio per il turismo, Parma esempio per la gastronomia, Parma esempio per l’accoglienza dei migranti, Parma esempio per… per… per cosa ancora?
No, non siamo un esempio, o meglio non siamo un esempio positivo, ma bensì negativo.
Ma nonostante tutto 5 anni non sono bastati a cambiare il modo di pensare dei parmigiani. Forse ora, ad elezioni avvenute, come successe nel Regno Unito dopo il referendum per Brexit, alcuni cominciano a dire: “Cosa ho fatto?”.
Quante volte è stato chiesto di potenziare la Polizia Municipale, di fare queste benedette assunzioni visto che sono sotto organico (l’Assessore Casa asserì che servivano altri 40 agenti), di renderla più presente sul territorio, tra le case, tra la gente.
Quante volte è stato chiesto di rivedere la raccolta differenziata dei rifiuti, un sistema che rende scontenti, non tanto per la quotidiana cernita casalinga e non, ma quanto per vedere poi le strade cittadine piene di sacchetti che staranno sul marciapiede per delle ore, preda anche di ratti. Quante volte è stato chiesto di rivedere e rendere più eque le tasse scolastiche, a cominciare soprattutto da asili nido e scuole materne, tasse che, in alcuni casi, hanno reso necessario che uno dei famigliari lasciasse il posto di lavoro: “O lavoro per vedere poi il mio stipendio finire direttamente in tasse per la scuola materna o resto a casa e a mio figlio/figlia ci penso io e risparmio”.
Quante volte è stato detto: “Non ci sentiamo sicuri! Abbiamo paura! Fate qualcosa!”, ma sono solo percezioni e la cura è stata togliere le panchine. Ora, dopo 5 anni, dopo innumerevoli furti, dopo che lo spaccio in bicicletta o a piedi ha colonizzato più quartieri, dal centro alla periferia, dopo innumerevoli risse, accoltellamenti, aggressioni e tentativi di stupro, forse, hanno capito: “La Polizia Municipale farà turni 24H, basta che i sindacati non ci ostacolino”.
Nessuno deve ostacolare, tutti devono capire che serve un giro di vite, una presa di posizione forte, una mano forte, ora, adesso. Dopo gli ultimi fatti accaduti, soprattutto a Rimini, si vede gente stanca ed esasperata, che rivuole la propria libertà di poter camminare per strada sicura e tranquilla, senza guardarsi le spalle. E questo è un bene.
C’è pure chi, volendo cavalcare l’onda della paura e dell’esasperazione, si lancia in crociate e proclama marce e fiaccolate, persone e movimenti/partiti che dopo le elezioni sono sparite nel nulla e che ora, come funghi dopo una pioggia in una calda giornata settembrina, appaiono d’incanto puntando il dito e che vorrebbero continuare quella lotta che non doveva fermarsi l’11 Giugno 2017, ma che doveva continuare a prescindere! Ci sono voluti 5 anni, per capire che ORA è il momento di FARE! Sperando che non sia troppo tardi…
Silvio Zapparoli
FARE con Flavio Tosi Parma