Il sindacato Sappe denuncia un’aggressione ai danni di un agente di polizia penitenziaria del reparto di Parma che domenica è rimasto ferito a seguito di una colluttazione tra due detenuti di origine magrebina.
“Nel tardo pomeriggio di domenica per sedare una rissa tra alcuni detenuti magrebini, all’interno della sezione detentiva, un agente è stato ferito al piede e ad una spalla dal ferro della porta della cella, mentre cercava di chiudere il detenuto nella camera detentiva per evitare ulteriori conseguenze, con una prognosi di dieci giorni. Inaccettabile: è sintomatico di una sistema di sicurezza interno farraginoso e inadeguato.
Il Sappe denuncia “la decadenza delle condizioni lavorative del carcere di Parma, praticamente in mano ai detenuti, alcuni dei quali ogni giorno commettono atti di violenza o ribellione al regime carcerario contro i poliziotti penitenziari
Il vicesegretario regionale del sindacato, Errico Maiorisi, torna a denunciare le criticità del carcere di Parma dove l’apertura verso il sistema della vigilanza dinamica e del regime penitenziario aperto a favore dei detenuti, fa venire meno i controlli della polizia penitenziaria che si trovano “con 50 detenuti liberi di passeggiare a contatto con l’agente di sezione per molte ore al giorno”.
“E’ da considerare rieducativa una pena detentiva che fa stare per molte ore al giorno i detenuti fuori dalle celle senza però fargli fare assolutamente nulla? Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di plizia penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza. Il dato oggettivo è che con la vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto gli eventi critici sono aumentati. Come dimostra l’incremento delle aggressioni ai nostri poliziotti in servizio negli istituti penitenziari di Parma, ai quali va la nostra vicinanza e solidarietà. Per quanto segnalato, oltre a chiedere l’intervento dei vertici dell’amministrazione penitenziaria, il Sappe si costituirà già da subito come parte civile ai danni dell’Amministrazione penitenziaria per non aver garantito l’incolumità e la sicurezza della polizia penitenziaria”.