Camionista fermato alla guida ubriaco: la Municipale scopre una storia di sfruttamento

Camionista fermato alla guida ubriaco: la Municipale scopre una storia di sfruttamento

1279
0
CONDIVIDI

Guidava ubriaco il suo camion e non aveva inserito il cronotachigrafo, rendendo impossibile ricostruire per quante ore di fila abbia guidato e a quali velocità. Gli agenti della polizia municipale della Pedemontana gli hanno ritirato la patente ma dai controlli è emerso che l’uomo, un 48enne romeno, lavorava in condizioni durissime, costretto a vivere sul camion per tre mesi e per pochi soldi. E’ stato assunto da un’agenzia della Romania intestata ad un italiano.

L’autista stava circolando a bordo della sua motrice in via Giardinetto a Collecchio, strada chiusa al traffico pesante. Una pattuglia della polizia locale lo ha raggiunto e fermato. Fin dalla richiesta dei documenti, gli agenti del Nucleo autotrasporti della Polizia Pedemontana hanno avvertito puzza di alcol: l’etilometro ha restituito un tasso pari a 2,16 grammi per litro, quando per un professionista del volante dovrebbe essere zero. Un valore oltre il limite di 1,5 g/l, superato il quale scatta la revoca della patente. L’uomo, inoltre, non aveva inserito il disco nel cronotachigrafo, dicendo che stava semplicemente gironzolando senza essere in servizio, dopo aver scaricato un carico di pomodori. Alla fine per lui è scattata la guida in stato di ebbrezza, con ritiro della patente e 890 euro di multa, divieto di transito compreso.

Controllando i documenti del 48enne, però, gli agenti “sono rimasti stupiti di come fosse costretto a lavorare in condizioni disumane e per pochi spiccioli – dice una nota della Polizia Pedemontana -. E qui inizia un’altra storia, dalla trama inquietante e non certo isolata. L’uomo è stato assunto il 26 luglio scorso da una sorta di “agenzia interinale” con sede in Romania che si occupa di trovare autisti a chiamata per le aziende che ne hanno necessità. Agenzia intestata a un cittadino italiano, tant’è che lo stesso giorno il 48 enne viene spedito in Italia con un contratto di tre mesi a lavorare per conto di un’azienda di Caltanissetta che, a sua volta, opera in subappalto per un’altra società di logistica che si è aggiudicata il contratto per il trasporto” del pomodoro. “In troppi ci devono guadagnare e il camionista ‘schiavo’ – continua la nota della Municipale – è costretto a vivere e a passare le notti sul mezzo per tre lunghi mesi. Un senza fissa dimora a tempo determinato, come il suo contratto, perché una casa, in Romania, lui ce l’ha”.

Nessun commetno

Lascia una risposta: