PERUGIA – PARMA 3-0
Marcatori: 18′ Kwang Song, 51′ e 67′ Buonaiuto
Perugia: Rosati; Zanon, Monaco, Volta, Pajac (79′ Casale); Colombatto, Bandinelli, Brighi (31′ pt Bianco); Di Carmine, Buonaiuto, Kwang Song (59′ Mustacchio). A disposizione: Santopadre, Nocchi, Coccolo, Dossena, Del Prete, Emmanuello, Frick, Terrani, Cerri. All. Giunti
Parma: Frattali; Iacoponi, Di Cesare, Gagliolo, Scaglia; Munari (57′ Di Gaudio), Barillà (57′ Scozzarella), Dezi; Baraye, Calaiò, Siligardi (74′ Ceravolo). A disposizione: Nardi, Dini, Lucarelli, Corapi, Mazzocchi, Nocciolini, Ramos, Germoni, Sierralta, Frediani, Insigne. All. D’Aversa
Arbitro: Davide Ghersini di Genova
Assistenti: Manuel Robilotta di Sala Consilina e Orlando Pagnotta di Nocera Inferiore. Quarto uomo: Cristian Cudini di Fermo
Note: corner 4-10; ammoniti al 3′ pt Volta, al 50′ st Munari, al 73′ Di Cesare
Di sicuro c’è solo una cosa: il Perugia gioca in serie B, il Parma ancora non lo sa. E al Curi, al di la delle giustificazioni di rito di ogni settimana, si vedono tutte le lacune della squadra di mister Roberto D’Aversa. Che nei primi 45′ pensa di essere ancora negli spogliatoi e nella ripresa ci prova ma con soluzioni inefficaci. Il Perugia fa quello che vuole, segna 3 reti e il bottino potrebbe anche essere più pesante se solo gli attaccanti di casa avessero servito i compagni invece di scegliere soluzioni personali.
In attacco il Parma combina poco. Calaiò è solo e Volta non gli lascia molto spazio, Baraye e Siligardi sono molto larghi e coprono le fasce in fase difensiva. L’ex di turno Dezi, imbavagliato a centrocampo, non riesce a costruire e l’interdizione non è la sua arma migliore. Munari è lento al cospetto di un Buonaiuto scatenato.
Il Parma cerca di sorprendere da subito gli avversari con una partenza aggressiva, nel tentativo anche di imporre il proprio gioco. Tanto che appena dopo 3′ dal fischio iniziale Ghersini tira già fuori un giallo per Volta, reo di un fallo su Calaiò. Ma quello dei crociati è fuoco di paglia che si spegne ben presto sotto la pressione dei grifoni, che già al 10′ con Di Carmine sfiorano il gol: il numero 10 si invola da centrocampo e dal limite lascia partire un destro che si spegne sul fondo. Se avesse servito il liberissimo Kwang Song, però, sarebbero stati dolori per Frattali. Proprio Kwang Song, giocando tra le linee, crea più di un grattacapo alla retroguardia guidata da Di Cesare e Gagliolo. Ed è proprio lui che al 18′, al termine di un’altra bella azione perugina, mette la partita in discesa per i suoi, anticipando Frattali nell’area piccola su cross di Buonaiuto servito da Pajac. Perugia 1, Parma 0.
I crociati non si scuotono e i biancorossi fanno quello che vogliono. Tanto che al 23′ è sempre Kwang Song che – ricambiando l’egoismo del compagno – manda in tilt la linea difensiva gialloblu, non serve il libero Di Carmine e i padroni di casa sciupano l’occasione del raddoppio.
Parma in stato confusionale, squadra allungata con poche idee ed anche confuse davanti all’arrembante Perugia che continua a pressare sulle retrovie di Di Cesare e compagni. Al 29′ un piccolo raggio di sole nel grigiore assoluto di un Parma mai davvero in partita: Gagliolo devia di testa un cross dalla bandierina, ma la palla sorvola di molto la traversa di Rosati. Al 31′ da registrare un brutto infortunio per Brighi, costretto ad uscire in barella. Mister Giunti chiama subito in causa Bianco, ma il copione non cambia. In campo c’è soltanto il Perugia che legittima il vantaggio, dimostrando una netta superiorità in tutti i reparti.
La ripresa inizia senza cambi e il Parma sembra voler dare segni di risveglio dopo la dormita generale dei primi 45′. Al 2′ infatti è Barillà che con una gran botta di sinistro scuote la retroguardia di casa che si salva in angolo. Ma la pressione del Parma si rivela una stella cadente, tanto che prima Buonaiuto impegna non poco Frattali senza vedere però l’ottimo piazzamento di Kwang Song, ma subito dopo concede il bis e questa volta, al 51′, non sbaglia. Nel frattempo era stato anche ammonito Munari proprio per fallo su Buonaiuto a centrocampo. La rete del raddoppio è a dir poco spettacolare: Buonaiuto si lancia in velocità sulla fascia, supera Scaglia (che non è un difensore, anche se tale è il suo impiego) e con un destro dal limite batte Frattali.
Il Parma prova ad abbozzare una qualche reazione e al 56′ è Baraye a sfiorare la rete con un colpo di testa respinto in qualche modo da Rosati, poi la difesa perugina libera sulla mischia che era nata in area.
Mister Roberto D’Aversa a questo punto prova una delle sue solite mosse, mandando in campo il quarto attaccante, Di Gaudio, al posto di Munari già ammonito, e Scozzarella per Barillà nel tentativo di costruire più gioco sulla linea mediana. La contromossa di Giunti al 4-2-4 del Parma – con Siligardi e Di Gaudio sulle fasce – è Musacchio al posto di Kwang Song.
Proprio Di Gaudio – che forse meriterebbe anche un posto da titolare – al 65′ chiama Rosati ad un grande intervento, deviando appena un traversone di Siligardi. Gol sbagliato, gol subito. Ancora una volta. Come era già accaduto in casa con il Brescia. Appena 2′ dopo è ancora Buonaiuto show, che avanza centralmente e si libera al tiro di sinistro, un rasoterra che non lascia scampo a Fratalli. Tre a zero e nessuna attenuante per la squadra di D’Aversa, che a questo punto (al 74′) getta nella mischia anche il bomber Ceravolo. Ma in una giornata così servirebbe più Padre Pio per riuscire a combinare qualcosa di positivo. Il Perugia, con il risultato in ghiaccio, rallenta la manovra, il Parma ci prova in qualche modo ma bisogna attendere l’86’ per vedere qualcosa. E’ Calaiò che va al tiro dopo uno scambio con Di Gaudio, ma Rosati para senza troppe difficoltà. Finisce così, dopo 3′ di recupero, la notte fonda del Parma.
Dopo due vittorie abbastanza fortunose e la clamorosa sconfitta sotto la pioggia in casa con il Brescia, arriva la batosta che denuncia chiaramente che qualcosa non va per il verso giusto, non funziona. Probabilmente alcuni meccanismi andranno rivisti, così come la posizione di qualche giocatore. La realtà del campo dice che il problema non è nell’acqua che vine giù dal cielo, ma nelle polveri bagnate di una squadra che costruisce a fatica e che non segna.