Sinistra Classe Rivoluzione: Sicurezza a Parma non si fa né con CasaPound...

Sinistra Classe Rivoluzione: Sicurezza a Parma non si fa né con CasaPound né col Pd

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La fiaccolata promossa da Casa Pound in favore della “sicurezza” e contro il “degrado” non rappresenta in alcun modo una risposta alla situazione di precarietà e povertà estrema in cui vive una parte della nostra città. I fascisti hanno ipocritamente presentato la manifestazione come apolitica, cercando di conquistarsi un seguito in quei quartieri che vivono tutti i giorni le conseguenze della crisi, a cominciare dal quartiere San Leonardo.

È un tentativo di vera e propria strumentalizzazione, l’ennesima vigliaccata promossa da Casa Pound nel tentativo di costruirsi una base popolare a Parma, puntando il dito contro i migranti e le loro famiglie. Ma le politiche securitarie sono fallimentari e la “guerra fra poveri” ha il solo esito di indebolire e dividere chi tutti i giorni paga il prezzo della crisi di sistema nella comune lotta contro il nemico comune: lo sfruttatore, lo speculatore, le amministrazioni che privatizzano e tagliano servizi.
San Leonardo, ad esempio, è un quartiere che ormai da molti anni, da ancor prima dell’inizio della crisi economica, ha conosciuto un rapido processo di chiusura di decine di attività produttive, artigianali e industriali, di abbandono da parte delle amministrazioni comunali che hanno lasciato porzioni gigantesche del quartiere alla desertificazione o alla cementificazione insensata, priva di una logica di utilità sociale, con lo straordinario record di 3 centri commerciali infilati l’uno dietro l’altro.  A tutto questo si sono poi aggiunti gli interessi di speculatori privati senza scrupoli che hanno modificato le caratteristiche abitative del quartiere, con mono e bilocali a canoni esorbitanti dove la densità abitativa è elevatissima.

Le banali e infantili ricette razziste di Casa Pound non identificano nessuna delle reali cause della condizione di oggettiva difficoltà in cui versano le famiglie di lavoratori e giovani disoccupati che vivono in quartiere. Anche la microdelinquenza, fatta di spaccio e di risse notturne, non e’ altro che il sintomo di una vita sociale molto spesso priva di risorse essenziali: un lavoro, una casa dignitosa, un luogo e dei momenti di socializzazione, che non siano lo “sballo” procurato dalla sostanza o le vetrine luccicanti dei centri commerciali in cui i pochi fortunati possono lavorare anche alla domenica per meno di 1000 euro al mese.

Davanti a questa situazione la sinistra ha il dovere di mettere in campo una proposta politica. Non possiamo affidarci ad una risposta istituzionale, magari realizzata coinvolgendo un partito come il Pd che contribuisce ad ammorbare l’aria di razzismo con provvedimenti tipo il decreto Minniti o che in campagna elettorale proponeva ricette securitarie “ad orologeria” tali da far impallidire la Lega, nè tantomeno possiamo pensare che la risposta da mettere in campo sia l’invettiva contro i fascisti o lo scontro con Casa Pound quando questa organizzazione prova ad incunearsi fra i settori popolari facendo leva sulle condizioni di miseria e di paura in cui le persone vivono.

Dobbiamo essere in grado di fornire una risposta al malcontento che respiriamo tutti i giorni. Si tratta di una rabbia legittima, che va organizzata contro le politiche sociali fallimentari degli ultimi anni e non lasciata deragliare sui binari morti della xenofobia.
Quello che dobbiamo costruire è un percorso che coinvolga le famiglie e i residenti dei quartieri emarginati, italiani e migranti, in un mobilitazione di lotta per servizi e lavoro e di ricostruzione del tessuto sociale che passi anche attraverso iniziative sociali e culturali popolari e autopromosse.

La mobilitazione nazionale proposta dall’Anpi per il 28 ottobre ci offre la possibilità di muovere un primo passo in questa direzione. Dobbiamo preparare la manifestazione con una propaganda serrata nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nei quartieri, a cominciare dal San Leonardo, in un lavoro unitario che veda coinvolte le organizzazioni della sinistra, le associazioni di quartiere, le comunità dei migranti, per costruire una rete antifascista e popolare attiva e di nuovo presente sul territorio.

Sinistra Classe Rivoluzione Parma

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