Da decenni si parla del progetto della famosa diga di Vetto, adesso si è arrivati all’idea dello sbarramento dell’Enza alle Strette delle Gazze, sempre nel comune reggiano. Ma allo studio ci sarebbero anche altre soluzioni. Questa la conclusione dell’incontro che si è svolto stamane in Provincia per far fronte alla grave crisi idrica che ha colpito tutto il Parmense.
Riuniti attorno al tavolo l’assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo, il delegato provinciale alle Infrastrutture Gianpaolo Serpagli, i sindaci di Parma, Federico Pizzarotti, Palanzano, Lino Franzini, Neviano degli Arduini, Alessandro Garbasi, Traversetolo, Simone Dall’Orto, e Sorbolo, Nicola Cesari, oltre alla delegata Atersir Manuela Grenti, sindaco di Fornovo.
Nel corso dell’incontro si è deciso di costituire entro settembre un gruppo di lavoro tecnico che analizzerà la compatibilità economica e ambientale delle possibili soluzioni, a partire dello sbarramento dell’Enza alle Strette delle Gazze. Vi prenderanno parte esperti indicati dalle istituzioni coinvolte: Province di Parma e Reggio Emilia, Comuni dei due territori, Regione, Atersir, Consorzi di Bonifica. L’invaso delle Gazze potrebbe garantire una portata di 25 milioni di metri cubi d’acqua.
”Le conseguenze dei processi di cambiamento climatico sono sempre più evidenti e la siccità che quest’anno ha interessato anche la provincia di Parma ne è la dimostrazione – ha affermato l’assessore regionale Paola Gazzolo -. Dopo aver gestito l’emergenza nei mesi scorsi, serve ora una strategia complessiva di adattamento al clima che cambia per evitare conflitti tra i diversi usi della risorsa irrigua. Parte un percorso da svolgere insieme, che coinvolgerà i territori e i portatori di interesse, per definire le azioni da mettere in campo nell’ambito della cornice complessiva dettata dal nuovo Piano di gestione delle acque a cui la Regione sta lavorando”.