E’ morto con il cranio fracassato, dopo essere stato trascinato con l’auto lungo via Gobetti nella notte di Halloween. Così è morto poco dopo le 2.30 del mattino del 1 novembre scorso Thankgod Omonkhegbele, 22 anni, pusher ancora sconosciuto sul territorio di Parma. Ad ucciderlo, secondo l’accusa, la Fiat Punto condotta da Luca Vescovi, 36 anni, parmigiano da tempo residente a Poviglio, condannato oggi dal tribunale di Parma a 10 anni di reclusione.
Il Gup Mattia Fiorentini, procedendo con rito abbreviato, ha derubricato l’accusa di omicidio volontario e rapina contestata dal pm Umberto Ausiello in omicidio preterintenzionale (oltre l’intenzione) e rapina. Una modifica sostanziale che, unita allo sconto di pena previsto per il rito alternativo, ha portato alla condanna a 10 anni di reclusione. Durante l’udienza il giudice ha anche ascoltato a lungo il consulente della difesa che ha ricostruito quanto accaduto quella notte nel quartiere San Leonardo.
Al termine del processo, Luca Vescovi – look e atteggiamento piuttosto dimesso – è stato riaccompagnato nel carcere di Reggio Emilia dove è detenuto fin da poco dopo l’omicidio.
La tragedia si sarebbe consumata perché Vescovi, che era alla guida dell’auto, ha premuto il piede sull’acceleratore per non pagare al giovane pusher una busta di cocaina che gli aveva strappato dalle mani. Il cadavere è stato ritrovato verso le 3.10 del mattino da alcuni residenti della zona. Un rompicapo per gli uomini della Squadra mobile, visto che la vittima non era conosciuta a Parma. A mettere gli agenti sulla strada giusta alcuni pezzi del fanale posteriore di un’auto. Erano quelli di una Fiat Punto vecchio modello, inquadrata dalla telecamera di videosorveglianza di via San Leonardo.
A quel punto è stato rintracciato il proprietario, un parmigiano sulla trentina, che è caduto dalle nuvole. Durante una festa in casa sua, aveva prestato l’auto a Vescovi che insieme a un altro giovane invitato era uscito per andare ad acquistare della marijuana o cocaina. Al ritorno il 36enne ha soltanto detto di aver avuto un piccolo incidente, spiegando così la rottura del fanalino posteriore. A confermare il racconto, aggiungendo particolari di una tragedia alla quale aveva assistito direttamente, è stato poi il giovane che aveva accompagnato Vescovi e che si è presentato spontaneamente in Questura.
In sostanza Vescovi, dopo aver discusso con Thankgod Omonkhegbele, gli ha strappato di mano il sacchetto di cocaina ed è partito a tutta velocità. Il nigeriano si è attaccato all’auto ed è stato trascinato per una cinquantina di metri fino all’urto contro il muretto risultato poi fatale.