Federconsumatori dice no, nel metodo e nel merito, alle proposte avanzate, tramite la voce del Sindaco di Fornovo, dal Tavolo di coordinamento provinciale sull’emergenza idrica riunitosi nella sede della Provincia nei giorni scorsi.
Enti locali, gestori e associazioni di rappresentanza economiche, riuniti in conclave, lanciano la proposta: per fare fronte agli investimenti necessari per fronteggiare l’emergenza idrica propongono ad Atersir un ulteriore aumento delle tariffe idriche per tutti gli utenti, “per sensibilizzarli” al problema dichiara la Sindaca Grenti. Queste saranno le proposte che il Tavolo parmense proporrà ad Atersir Emilia Romagna.
Federconsumatori ad Atersir proporrà dei ragionamenti un po’ diversi, come da tempo sta facendo, perchè la crescita delle tariffe idriche già da anni ha un trend che supera di 5/10 volte il tasso inflattivo.
Federconsumatori è ovviamente sensibile al tema della cirsi idrica e della siccità, infatti è partecipe di alcune campagne di sensibilizzazione sull’uso della risorsa acqua avviate con Montagna2000 e con Emiliambiente, e nelle scuole ha organizzato incontri sull’uso delle risorse naturali.
Tuttavia sul punto si può fare molto di più, non limitandosi a campagne informative nei mesi estivi ma intraprendendo un lavoro di educazione permanente investendo maggiori risorse per essere davvero capillare.
Comportamenti virtuosi, di famiglie e attività produttive, possono davvero dare risultati importanti sia sul piano dei risparmi che dal punto di vista etico.
Esiste poi il tema delle ordinanze emesse dai Comuni. L’impressione è che vengano fatte per dovere ma che poi in generale non ci sia l’impegno a farle rispettare, perchè forse elettoralmente è più scomodo che chiedere di aumentare le tariffe. Se la situazione idrica è critica le ordinanze vanno fatte rispettare, vanno fatti i controlli e adottate le eventuali sanzioni.
Per quanto riguarda le tariffe esistono già delle regole. L’AEEGSI (la massima autorità nazionale che regola il sistema tariffario) ha già previsto dei tetti possibili di incremento, per il triennio 2016-2019, molto elevati, che per l’Emilia Romagna prevedono un aumento fino al 2018 del 9,2% e un decremento delle tariffe nel 2019. È ipotizzabile andare oltre? Negli anni scorsi ci sono stati rincari annui che hanno sfiorato il 10%.
Federconsumatori ritiene che non si possano scaricare in bolletta decenni di opere idrauliche e ambientali non fatte, occorre agire attraverso altri strumenti quali investimenti pubblici messi in campo da Stato, Regioni e altri enti finanziate da sistemi fiscali progressivi nel prelievo.
Sulle tariffe inoltre i rincari andrebbero orientati maggiormente sulle quote di consumo che vanno oltre determinate soglie, cioè penalizzando i comportamenti poco viruosi e i consumi voluttuari.
Non va poi dimenticata la composizione dei consumi, dove gli usi agricoli e produttivi superano di gran lunga i consumi privati.
Il tema è complesso ed è esattamente per questo motivo che le soluzioni ipotizzate nel Tavolo provinciale non vanno esattamente nella giusta direzione. Ai Tavoli inoltre si devono chiamare tutte le forme di rappresentanza degli utenti, altrimenti si cade nel corporativismo e nelle scelte cucite a misura dei presenti.