Emilia-Romagna sempre più bio, con il numero di imprese di prodotti biologici che nel 2016, secondo l’assessorato regionale Agricoltura, ha superato la soglia delle 5mila unità, il 20% in più rispetto all’anno precedente, distribuite da Piacenza a Rimini. Crescono del 24% anche le superfici agricole convertite, che rappresentano l’11,3% della superficie coltivabile regionale.
E in questo contesto è Parma la provincia più bio in assoluto con 869 aziende e più di 18 mila ettari di superficie agricola dedicata al biologico (+38,3% rispetto al 2015).
Sono quindi 5.034 le imprese di prodotti bio (produzione, trasformazione e commercializzazione) attive da Piacenza a Rimini al 31 dicembre 2016, oltre il 20% in più rispetto all’anno precedente. Un dato che sale al +24% considerando solo le imprese agricole che toccano la cifra di 3.983. Con il segno più anche le superfici agricole convertite (+24%), pari all’11,3% della superficie coltivabile regionale. L’Emilia-Romagna conferma la quinta posizione per numero di imprese, la prima nel nord Italia. Il ricambio “generazionale” delle aziende agricole biologiche è evidente: oggi su 100 aziende agricole, 39 sono le aziende biologiche storiche, 41 sono le aziende in fase di conversione e 20 le aziende in cui coesistono produzioni biologiche e convenzionali.
La distribuzione geografica in Emilia-Romagna vede il primato della provincia di Parma, la Food Valley per eccellenza, ma sono aumentate di un terzo anche le aziende agricole e le superfici a Bologna (715), Piacenza (519) e Ferrara (363) che ha una dimensione aziendale media doppia (60 ettari) rispetto alle altre province. Buona la presenza di operatori e di superfici agricole nelle province di Forlì-Cesena (756 aziende, +11% rispetto al 2015), Modena (650, +10,6%), Reggio Emilia (533, +12%), Ravenna (345, +11%) e Rimini (284, +13,6%).
Per quanto riguarda le produzioni zootecniche, le imprese che fanno allevamento con il metodo biologico di almeno una specie animale sono 758 (+11% rispetto al 2015): per i bovini sono 312 gli allevamenti da carne, soprattutto nelle province di Forlì-Cesena, Piacenza e Bologna e 148 gli allevamenti da latte soprattutto nelle province di Parma e Modena. Sono 982 le piccole e medie industrie di frantoi, caseifici, salumifici, mulini, mangimifici, cantine e produzioni di prodotti da forno; 69 le aziende che importano di materie prime biologiche con un +30% sul 2015 e 3.983 le imprese agricole bio. I nuovi ingressi nel 2016 sono stati 1.202 a fronte di 333 uscite, con un saldo positivo di 869 imprese. Si consolida la produzione regionale di miele biologico con 144 allevamenti.
Anche acquacoltura biologica regionale gode di grande slancio e raggiunge il primato in Italia: sono 12 le imprese produttrici di cozze e vongole e 3 le imprese di vallicoltura (orate, branzini e anguille). Solido il comparto produttivo regionale di uova biologiche: tra le 23 imprese produttrici di uova biologiche vi sono le aziende di maggior rilevanza a livello nazionale. Nuovo interesse, inoltre, si registra per l’allevamento di avicoli da carne sono 20 le imprese regionali dedite alla produzione di polli e tacchini.
Fino al 2017 sono state finanziate quasi 3.500 domande di aiuto per l’applicazione della agricoltura biologica su una superfice di oltre 91mila ettari con una spesa complessiva annuale di oltre 21 milioni di euro. Nonostante al momento nessuna domanda sia stata esclusa, la superfice interessata agli aiuti è pari a circa l’80% della superfice biologica regionale. Oltre 850 domande sulle 1.907 del bando 2016 sono state finanziate come “Conversione” a dimostrazione della tendenza all’espansione del settore.
“Siamo impegnati a favore di un‘agricoltura di qualità e amica dell’ambiente – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli -. La domanda del mercato bio continua a crescere. Per l’Emilia-Romagna si tratta di un’opportunità importante di posizionarsi in una fascia alta del mercato, puntando su prodotti a maggior valore aggiunto, che garantiscono un prezzo remunerativo agli agricoltori. I dati con oltre 5 mila aziende censite evidenziano il dinamismo e la vitalità del biologico che la Regione sostiene e promuove: è infatti uno dei settori al centro del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, sul quale abbiamo già stanziato aiuti diretti per 120 milioni di euro”.
“L’impulso al settore rappresentato dal bando 2016 del Psr 2014-2020 che ha fatto registrare una grande adesione di nuovi agricoltori biologici – sottolinea Caselli – ha avuto un effetto volano per le imprese agricole e agroalimentari regionali. Infatti, da febbraio 2016 a oggi (settembre 2017), si sono registrate ben 688 nuove aziende agricole biologiche (360 nel 2016 e 328 nel 2017) con una nuova superficie convertita che supera i 20mila ettari. Questi imprenditori potranno accedere al sostegno previsto dal Psr con il bando in uscita a fine 2017, ma hanno già scommesso sul futuro del settore, anticipando i costi della conversione delle proprie aziende”.
Sono quindi questi i numeri con cui la Regione Emilia-Romagna si presenta al Sana, il salone del biologico e del naturale che si tiene alla Fiera di Bologna dall’8 all’11 settembre.