Parma e Rabat – Due territori a confronto sulla condizione femminile

Parma e Rabat – Due territori a confronto sulla condizione femminile

1502
0
CONDIVIDI

Un focus per parlare della condizione femminile confrontando due territori e realtà lontani tra loro, Parma e Rabat.
Il momento di approfondimento si è svolto ieri, martedì 29 agosto, nella sala del Consiglio Comunale, ed è stato organizzato dall’associazione “Donne di qua e di là” e da “Cibo per tuttiKuminda” con il patrocinio del Comune di Parma.

Ha portato il suo benvenuto il presidente del Consiglio Comunale Alessandro Tassi Carboni, sottolineando l’importanza del tema trattato per le presenti e future generazioni: “momenti di approfondimento come questo sono fondamentali per confrontarsi e elaborare nuove ed efficaci soluzioni”.

Prima dell’intervento della professoressa Zoubida Charruf, docente di chimica alla Facoltà di Scienze dell’Università Mohammed V di Rabat in Marocco, ha preso la parola l’assessora alle Pari opportunità e Cooperazione internazionale, Nicoletta Paci: “siamo orgogliosi di ospitare la professoressa Zoubida Charruf, nella sala del Consiglio Comunale, casa e cuore della nostra comunità. Averla qui con noi oggi testimonia l’importanza del cammino femminile nella crescita della società tutta. Per Parma si tratta di uno scambio proficuo per capire e condividere legami, conoscenze e aspirazioni, come quella di migliorare lo status sociale femminile investendo anche sul proprio territorio”.

Zoubida Charruf, una delle donne scienziate eccellenti africane per i suoi meriti scientifici e i programmi a favore delle donne, incentrati sulla prevenzione dell’abbandono scolastico e sul contrasto all’analfabetismo femminile, ha spiegato il progetto che ha portato avanti in Africa, basato sulla produzione dell’olio di argan da parte di cooperative femminili e sulla sua commercializzazione, spiegando come questo favorisca l’empowerment delle donne marocchine: “le difficoltà iniziali di coinvolgimento delle donne sono state molte, ma abbiamo fortemente creduto in questo progetto e ad oggi le cooperative che vi appartengono sono diventate 300. La ricaduta economica di una operazione come questa si accompagna a una significativa trasformazione culturale e sociale sia per le donne coinvolte, che attraverso la formazione sono uscite dall’analfabetismo tanto diffuso, sia per la popolazione tutta, che grazie all’intensificazione della coltura di argan e alle produzioni legate alla sua vendita ha ridotto il suo flusso migratorio verso altri territori”.

L’incontro, moderato da Matilde Marchesini dell’associazione Mani, è stato l’occasione per parlare delle relazioni fra i paesi che fanno parte del bacino del Mediterraneo, di valorizzazione delle competenze e capacità femminili, del ruolo dei migranti come figure ponte fra i territori, e ha visto l’intervento inoltre di Mounia El Fasi, presidente dell’associazione “Donne di qua e di là”, Elena Olivieri, della rete “Cibo per tutti – Kuminda” e Nadia Monacelli, del Centro Universitario Cooperazione Internazionale dell’Università di Parma.

Nessun commetno

Lascia una risposta: