“La Regione non può continuare a far finta che non vi siano problemi sul PRU Pasubio. È un progetto fondamentale per la città di Parma sul quale ha investito direttamente più di 4 milioni di euro ma che rischia di andare in fumo tra le presunte irregolarità contestate dalla magistratura al Sindaco Pizzarotti e ad altri personaggi oltre al conclamato dissesto finanziario dell’attuatore Unieco, guarda caso colosso della cooperazione rossa che sarebbe stato favorito”.
Con questa dichiarazione il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega Nord, Fabio Rainieri, ha illustrato i motivi dell’interrogazione con la quale ha voluto portare all’attenzione dell’amministrazione regionale la vicenda del Programma di riqualificazione urbana per cui il Sindaco di Parma, il commissario prefettizio suo predecessore e altri sette ex amministratori dell’allora società partecipata comunale STU Pasubio sono indagati per il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
“Questa vicenda è un test importante per vedere se il Presidente Bonaccini e quindi il PD continuano nei fatti a difendere comunque e dovunque Pizzarotti, pur di fronte a legittimi dubbi sulla regolarità del suo operato – ha quindi proseguito il Consigliere regionale leghista – L’interrogazione prende infatti anche spunto dalla risposta non convincente che la Giunta regionale ha dato ad un mio precedente atto ispettivo dell’aprile scorso in cui aveva manifestato di essere fiduciosa sia sul completamento dell’intervento sia riguardo alla regolarità delle procedure. I magistrati però questa volta contestano agli indagati di non avere neppure seguito le indicazioni date dalla stessa Regione al Comune di Parma riguardo la revisione degli accordi iniziali del 2003. Occorrono quindi assolutamente approfondimenti per valutare se ci sono gli estremi perché la Regione Emilia-Romagna si costituisca parte civile”.
Nello specifico Rainieri ha fatto alla Giunta regionale due serie di domande: “Come valuta l’ipotesi formulata dalla Procura della Repubblica di Parma per cui la procedura attuata nel 2012 per modificare l’Accordo di Programma del 2003 sarebbe stata irregolare in quanto sarebbero state disattese le indicazioni espresse dalla Regione Emilia-Romagna, se gli uffici regionali omisero di rilevare tale difformità dalle proprie indicazioni e se intende valutare di costituirsi parte civile nel procedimento penale rilevando che siano stati pregiudicati gli interessi dello stesso ente regionale; se, alla luce delle pesanti accuse che sono state formulate dagli organi inquirenti sulle presunte irregolarità perpetrate in un passaggio determinante nella storia di questo intervento nonché delle ingenti difficoltà finanziarie in cui si trova il soggetto attuatore, ritiene che esso possa proseguire comunque senza che debbano essere valutate importanti modifiche e correzioni procedurali e sostanziali”.