In occasione del 130° anniversario della nascita di Giacomo Ferrari, la Fondazione – Archivio Storico Bocchi annuncia l’istituzione del “Concorso letterario Giacomo Ferrari” per racconti della realtà o d’immaginazione sul tema “Il mio Sindaco”. Molti sindaci combattono coraggiosamente le mafie, la criminalità organizzata, il malaffare. In altre località, colpite da cataclismi, inondazioni, frane, i sindaci difendono tenacemente i diritti dei cittadini tra mille ostacoli burocratici, normativi e politici. Altri sindaci italiani sono in prima linea per proteggere il territorio e i beni culturali da speculazioni edilizie e danni ambientali.
C’è però anche un altro lato della medaglia. Ci sono sindaci che non sanno gestire la cosa pubblica, che per incapacità o dolo portano allo sfascio i bilanci delle amministrazioni e delle società comunali, che incoraggiano la speculazione edilizia e la distruzione del territorio. Il “Sindaco” è una figura politica importante, la più vicina ai cittadini, il primo punto di riferimento per la vita sociale, economica e culturale di una comunità. Per questo la Fondazione – Archivio Storico Bocchi ha istituito un concorso letterario su un tema, che dovrebbe fornire ai partecipanti – cittadini, saggisti, scrittori – soprattutto in questo momento travagliato della vita italiana, interessanti spunti narrativi.
Al vincitore del concorso sarà assegnato un premio di mille euro. Sono previsti altri premi, menzioni speciali e segnalazioni alla pubblicazione degli scritti.
La Fondazione – Archivio Storico Bocchi ha voluto dedicare il concorso letterario alla figura di Giacomo Ferrari (Langhirano, 5 novembre 1887 – Corniglio, 21 agosto 1974) che fu sindaco di Parma, membro della Costituente, ministro e senatore. Nato in una famiglia di tradizioni liberali e mazziniane, figlio e nipote di garibaldini, a soli quindici, già tenace difensore dei diritti dei lavoratori, fonda uno dei primi circoli socialisti del parmense. Dopo la laurea in ingegneria, si trasferisce in Puglia per la realizzazione del grande acquedotto. Nell’agosto del 1922 è soprannominato dai fascisti “l’ingegnere delle barricate” dell’Oltretorrente di Parma, dove sotto il comando di Guido Picelli, gli Arditi del popolo sconfiggono dopo 5 giorni di battaglie 10mila fascisti di Italo Balbo che assediano la città.
Aggredito e minacciato più volte di morte dagli squadristi, Ferrari nel 1931 va in esilio volontario a Tolosa in Francia, dove si unisce a un folto gruppo di esuli antifascisti. Dopo il ritorno in Italia, nel 1942 si iscrive al Partito Comunista. Nel 1944, Ferrari, con il nome di battaglia di “Arta”, diventa il leggendario comandante unico di tutte le formazioni partigiane del parmense, ma deve affrontare molto presto la dura prova della perdita del figlio Brunetto, vittima di un agguato delle truppe naziste durante un rastrellamento.
Nel 1946 Ferrari è nominato Prefetto della Liberazione dal CLN e, nello stesso anno, eletto deputato nella Costituente. È tra le figure decisive nell’elaborazione della nuova carta costituzionale. Dal 13 luglio 1946, su indicazione del PCI, è ministro dei Trasporti nel secondo governo De Gasperi e mantiene l’incarico anche nel terzo governo De Gasperi fino al 31 maggio 1947. Con competenza tecnica e doti organizzative non comuni, fa ricostruire in poco meno di un anno, invece dei dieci previsti, gran parte delle strade e delle infrastrutture ferroviarie italiane danneggiate dalla guerra.
Dal 1948 Ferrari è senatore della Repubblica nella I legislatura, mentre dal 1951 al 1963 è sindaco della ricostruzione e della rinascita culturale della città di Parma.
Giacomo Ferrari è stato senza dubbio un politico capace e innovativo, che basava la sua azione politica sull’idea di “compartecipazione” dei cittadini alle decisioni. Si può sicuramente dire che fu il principale artefice della prima ricostruzione del paese dopo la Seconda guerra mondiale e per capacità amministrative, visione progettuale e culturale, tra i primi dieci eminenti Sindaci italiani del ‘900.
Il concorso letterario “Giacomo Ferrari” è aperto a tutti. Gli scritti dovranno arrivare via mail alla Fondazione – Archivio Storico Bocchi entro il 31 dicembre 2017. Dal 1 settembre è possibile richiedere copia del bando scrivendo una mail a [email protected].