La lotta contro il cancro si compone di molteplici aspetti. Solitamente siamo abituati a pensarla sotto il profilo della ricerca, dei microscopi e delle nuove scoperte che ci avvicinano giorno dopo giorno a sconfiggere questa patologia.
Il progetto “Atleti al tuo fianco“, guidato dal dottor Alberto Tagliapietra, medico chirurgo di Montichiari (BS) con diploma d’alta formazione in psico-oncologia, e patrocinato dalla associazione Arenbì Onlus, si pone l’obiettivo di trasformare il tema cancro da argomento medico a tema sociale, per analizzarne non solo l’aspetto prettamente scientifico ma anche quello di convivenza quotidiana con la malattia.
Per raggiungere questa finalità, scende in campo il mondo dello sport: possono atleti professionisti avvicinarsi al tema tumori parlando di come nella propria vita affrontino sfide e avversari difficili, sebbene le proprie battaglie siano confinate all’ambito agonistico?
La risposta viene data dai tanti sportivi del presente e del passato delle più varie discipline sportive che stanno portando il proprio contributo a questo progetto, divulgato via internet attraverso le reti sociali Facebook (Pagina Atleti al tuo fianco www.facebook.com/atletialtuofianco) e Instagram (Atleti al tuo fianco), affinché chiunque in qualsiasi luogo possa essere raggiunto dalle testimonianze del mondo dello sport.
Tra chi ha già aderito all’iniziativa del mondo del tennis, oltre ai testimonial e promotori dell’iniziativa, i grandi tennisti Nicola Pietrangeli e Lea Pericoli, anche i pallavolisti pluridecorati Samuele Papi, Manuela Leggeri, Alberto Cisolla, i tennisti Tommy Robredo, Diego Nargiso e Tathiana Garbin, il cestista Matteo Soragna e i calciatori Nicolas Burdisso, Emiliano Viviano, Francesco Magnanelli ed Emanuele Filippini, a dimostrazione che la sensibilità è propria di ogni disciplina sportiva.
Di questa grande famiglia fa parte anche la tennista parmense Alberta Brianti, che con grande partecipazione ha reso la sua personale testimonianza.
Oltre alle loro parole infatti, gli atleti si schierano a fianco dei pazienti oncologici con un segno distintivo: un’immagine con le mani che si stringono davanti al proprio volto sorridente, affinché ci si ricordi sempre che il contatto umano e la vicinanza emotiva sono alla base di qualsiasi terapia, in qualsiasi stadio della malattia.
La lotta al cancro è anche questo, parlarne rende già la sfida vinta.