“Oggi mi è stata comunicata l’informazione dellachiusura indagini preliminari relative alla vicenda Stu Pasubio”. Con questo incipit il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, rende noto attraverso il suo profilo Facebook di essere indagato dalla Procura di Parma per turbata libertà di scelta del contraente, articolo 353 bis del codice penale.
Nell’inchiesta della pm Paola Dal Monte, condotta dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza, è coinvolto anche l’ex commissario governativo Mario Ciclosi, in Comune dal novembre 2011 al maggio 2012. Nel mirino degli inquirenti la cessione della quota di maggioranza della società comunale Stu Pasubio alla Remilia Srl di Reggio Emilia (gruppo Unieco).
“È una indagine nata cinque anni fa a poche settimane dalla mia prima elezione a sindaco: proprio grazie a quella vendita abbiamo liberato Parma dai suoi primi 40 milioni di euro di debiti, con un’azione concreta che ci aveva permesso di affrontare immediatamente il pesante default del Comune, ora scongiurato“, spiega oggi Pizzarotti.
Il sindaco ha ora 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive o per chiedere di essere sentito dalla magistratura.
Pizzarotti intanto ricorda che “la vendita di Stu Pasubio era un’operazione già in atto ancor prima che ci insediassimo: il nostro compito è stato di dare continuità alla procedura del Comune, voluta dall’ex commissario Ciclosi, liberando così i parmigiani dal pesante debito. Peraltro il compratore era l’unico soggetto che aveva interesse ad acquisire la partecipazione per completare l’operazione immobiliare. Che dire dunque: continuo ad essere tranquillo perché, nonostante l’indagine e pur non occupandomi direttamente dei bandi di gara del Comune – per questo ci sono i tecnici -, so che anche quella volta il risultato è stato salvaguardare gli interessi dei parmigiani”.
Pizzarotti rassicura che proseguirà comunque per la sua strada e che terrà informati i cittadini sugli sviluppi dell’inchiesta.