Signor Direttore,
sta facendo discutere l’istituzione di un “dipartimento mamme” per incentivare la natalità nel nostro paese, ormai ridotta al lumicino. Al di là della scelta più o meno felice del termine semantico, cerchiamo di andare alla sostanza: quante risorse intende lo Stato riservare alla famiglia?
L’articolo 29 della nostra Costituzione parla chiaro e sa bene che non basta “sfornare figli” in generale, ma bisogna anche garantire ad essi un contesto adeguato. Tale contesto idoneo si chiama famiglia, “come società naturale fondata sul matrimonio”.
Per fare un figlio perciò ci vuole un papà, una mamma e una relazione stabile.
Negli ultimi decenni si è fatto di tutto per distruggere la famiglia. Non sono bastati tre Family Day con la mobilitazione di milioni di persone per affermare che il problema numero uno non erano le unioni omosessuali, tra l’altro intrinsecamente sterili. Renzi però non ha voluto sentire ragioni. Forse ora si sente in colpa e vuole rimediare?
Lo Stato continua a investire risorse pubbliche in contraccezione e aborti, e ora si accorge che scompare pure la “razza”. Si può veramente dire che gli italiani siano ormai diventati poco a poco un popolo in via di estinzione, con la complicità di governi e pubbliche amministrazioni.
Perché la razza umana è una sola, ma i popoli sono molti e hanno tutti diritto alla loro identità. Basta fare due passi nelle nostre città per capire che per fare un popolo ci vuole non solo cittadinanza o “ius soli” ma soprattutto testa e cultura. Ben venga perciò la mamma, ma soprattutto la famiglia.
Glauco Santi