Samuele Turco, 42 anni, e il figlio Alessio, 20, erano perfettamente in grado di intendere e di volere quando avrebbero ucciso la “Kelly”, ovvero Luca Manici, 47 anni, e Gabriela Altamirano, 45, nel casale a luci rosse di San Prospero nella notte tra Natale e Santo Stefano del 2016.
Lo psichiatra bolognese Renato Ariatti, incaricato dal tribunale di Parma, non ha dubbi in proposito e la sua perizia finirà agli atti del procedimento nel corso dell’incidente probatorio già fissato per giovedì.
Samuele Turco, ex di Gabriela Altamirano, avrebbe una personalità “istrionica, narcisistica e drammatizzante”. Ma nulla che possa far venire meno la sua lucidità. L’uomo avrebbe prima portato la sua donna in club di scambisti, poi avrebbe goduto di parte dei proventi della prostituzione. Quando lei ha deciso di troncare il loro rapporto – secondo l’accusa – sarebbero iniziate le persecuzioni, culminate nel massacro di Natale.
Nessuna follia neppure per il figlio Alessio, accusato di concorso in duplice omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà, il cui ruolo però non è ancora stato del tutto chiarito. Lui ha sempre ribadito di non aver ucciso nessuno, il padre lo avrebbe scagionato, ma i dubbi ancora restano.
Con ogni probabilità un ragazzo in balia del padre, con scarsa capacità di elaborare il pensiero proprio, unita ad un disturbo antisociale della personalità secondo il dottor Ariatti.
È stato proprio Alessio Turco, una settimana dopo il delitto, a crollare davanti agli investigatori della Squadra mobile di Parma e a condurli Alessio Montanara, dove aveva nascosto il coltello, e a Cassio dove invece c’erano computer, tablet e cellulari delle vittime.