Si dice spesso che comunque vada le banche cascano sempre in piedi. È forse qualcosa di vero c’è. Adesso manca solo che salti fuori che il crac Parmalat da 14 miliardi di euro è succeso per colpa del solo Calisto Tanzi o, peggio, sia una “esagerazione” di stampa.
Dopo che diverse banche internazionali hanno chiuso i conti con la multinazionale di Collecchio, pagando salatissimi risarcimenti in via transattiva, si scopre adesso che i loro funzionari – quelli che materialmente hanno avuto rapporti con Parmalat – sono tutti innocenti. Non sapevano o non hanno colpe.
Una settimana fa il tribunale di Parma ha assolto 9 bancari di Deutsche Bank e Morgan Stanley dall’accusa di concorso in bancarotta, adesso la Corte svizzera del Canton Ticino scagiona Luca Sala, ex managing director di Bank of America a Milano, accusato di riciclaggio nell’ambito del crac.
Non solo, Sala è stato risarcito con 21.400 franchi per i 5 mesi di arresto cautelare, riceverà 335 mila euro di rimborso per spese legali ed otterrà la restituzione di circa 7 dei 30 milioni sequestrati dalle autorità elvetiche.
Il resto della somma rimane sotto chiave in attesa che si concluda il processo in corso a Parma a carico di Bank of America per il reato di bancarotta. È in caso di assoluzione, come avvenuto già per Deutsche Bank e Morgan Stanley, Luca Sala riavrà tutti i suoi 30 milioni.
Sala, secondo l’accusa, avrebbe guadagnato ingenti commissioni trovando le coperture assicurative per rifinanziare il debito di Parmalat, facendo si che si aggravassero ulteriormente i conti della multinazionale di Tanzi e nascondendo ai risparmiatori la reale situazione finanziaria.
Tesi bocciata dal tribunale svizzero, secondo il quale “non vi sono riscontri circa la conoscenza (nel senso di dolo diretto o indiretto) da parte di Sala del fatto che i denari pervenuti in Svizzera potessero essere il frutto di polizze assicurative concluse al precipuo scopo di arrecare nocumento finanziario alle società del gruppo Parmalat“. Non solo, i giudici svizzeri ritengono pure che non ci sia stato “quel consapevole contributo di Sala che secondo l’accusa avrebbe procrastinato l’emersione del dissesto di Parmalat aumentandone l’indebitamento“.