«Faccio uso di marijuana», queste le parole di Solomon Nyantakyi, pronunciate a San Vittore, davanti al gip milanese Manuela Scuderi. Un uso abituale, ma non nei momenti precedenti il massacro.
Non parla di cocaina, pasticche, o altre sostanze e comunque le sue parole non possono trovare riscontro: il ragazzo è stato intercettato alla stazione centrale di Milano molte ore dopo l’omicidio, e al suo ingresso a San Vittore non è stato sottoposto a nessun test tossicologico.
A sette giorni dall’atroce delitto, Solomon non spiega il movente, parla della lite con la madre ma non fa capire le motivazioni dietro al gesto omicida. Ora si attendono le risposte delle autopsie per avere maggiore chiarezza.L’incarico è stato affidato ai medici legali Domenico Castaldo, Paolo Tricomi e Darica Soprani. Sarà per giovedì. I corpi della povera Patience e della piccola Maddy verranno esaminati per cercare delle risposte a quella furia di colpi, che molto probabilmente ha origini lontane nel tempo.