Cosa c’è dietro la grande emigrazione? Ecco perché dobbiamo aiutarli a stare...

Cosa c’è dietro la grande emigrazione? Ecco perché dobbiamo aiutarli a stare a casa loro

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Dopo alcune recenti dichiarazioni di sommi ecclesiastici e politici, mi sento costretto a fare alcune considerazioni. Non passa giorno infatti in cui politici, parlamentari ed ecclesiastici non diano il cattivo esempio di come la classe dirigente politica si comporti alla stregua dei peggiori ultras delle squadre di calcio: tutto quello che fa o dice l’avversario, in questo caso politico, è da condannare, a prescindere.

L’ultimo esempio è quello di Monsignor Galantino che, sul tema lanciato, finalmente, dal segretario PD Matteo Renzi dell’aiutare i migranti a casa loro, ha espresso tutte le perplessità delle gerarchie ecclesiastiche per la svolta leghista dell’ex premier, quasi a preoccuparsi della diffusione di una grave malattia infettiva.

In qualità di cristiano, cattolico e leghista non posso riconoscermi in tali messaggi che trattano fondamentali ed epocali urgenze con la leggerezza di un dibattito al bar: spreco inutile di parole. Senza sottolineare ulteriormente l’onere e l’onore di noi leghisti per aver predetto questa esplosiva situazione da molti anni e aver proposto soluzioni concrete e non solo risentite dichiarazioni ai giornali, voglio ricordare a Monsignor Galantino, da umile cattolico e leghista, quale sia stata nei secoli e sia tutt’ora la mission mondiale della chiesa cattolica: aiutare i poveri, gli ammalati, i derelitti, gli affamati, gli storpi a casa loro; quante missioni, asili, scuole, chiese, villaggi, ospedali sono stati costruiti in ogni parte del mondo grazie all’azione e ai fondi raccolti da e fra cattolici?

E sottolineo a casa loro; persino nelle location peggiori per criticità ambientali e di sicurezza: senza deportare nessuno e senza costringere nessuno a scappare dalle loro realtà. Perché Monsignor Galantino e la confederazione di cui è segretario generale non alzano invece la voce, con tutta l’autorità che viene loro riconosciuta in molta parte del mondo, nei confronti di UE e ONU perché, dopo esserne stati la causa come riconosciuto anche dall’ex premier Renzi, si impegnino seriamente a bloccare questa immane tragedia che sconvolge la stabilità e il futuro prima di tutto dei paesi di origine dei migranti e la stabilità economica, sociale e religiosa del nostro paese?

Mi meraviglio altresì che faccia finta di non sapere e capire la differenza fra migranti per cause di guerra e quelli per cause economiche; gli rispondo con una domanda molto semplice, di quelle alla portata di noi leghisti: è più semplice aiutare a casa loro dove c’è la guerra o dove c’è la povertà, dove sgozzano e trucidano i cristiani o dove è possibile costruire un pozzo e vaccinare i bambini per salvare milioni di vite umane? A casa loro. E se aspettiamo che le istituzioni deputate al controllo e alla soluzione di questa migrazione inumana si mettano d’accordo sui fondi e le modalità di impiego per aiutarli a casa loro, quanti morti di stenti o annegati avrà sulla coscienza il mondo civile e cattolico?

Un’altra nota polemica la rivolgo a ministri e dirigenti di una certa sinistra che, in risposta alle dichiarazioni dell’ex premier Renzi, hanno affermato che aiutarli a casa loro non è di sinistra; evidentemente siamo tornati agli anni settanta e ottanta in cui si differenziavano le scarpe di destra e di sinistra, i cappotti di destra e di sinistra, le acconciature, le borse, le auto e i film di destra e di sinistra. Forse, pur essendo stimati politici e professionisti, non si sono accorti che il mondo è cambiato, che la cooperazione non è di destra o sinistra, che l’aiutare il prossimo non è di destra o di sinistra, che non si possono differenziare i bisogni come di destra o sinistra, che le emergenze e le loro soluzioni non sono di destra o sinistra.

Ad ascoltare tutte queste esternazioni mi viene da pensare che possa aver ragione Magdi Cristiano Allam che, nel suo ultimo libro, ipotizza un disegno oscuro per sovvertire o cancellare le nostre origini, la nostra etnia, la nostra cultura e stato sociale e la nostra religione.

Andrea Zorandi
Cattolico e leghista

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