Pericoloso per la società perché potrebbe reiterare il delitto, ma c’è anche il concreto rischio di fuga. Per questi motivi il Gip di Milano ha disposto che Solomon Nyantakyi, 21 anni, deve rimanere in cella a San Vittore. Il ragazzo che ha confessato di aver ucciso la madre, Patience, di 43 anni e la sorellina, Maddy, di soli 11 nella loro casa all’ultimo piano di una palazzina popolare al civico 21 di via San Leonardo, non può usufruire al momento di altre misure cautelari.
Accolte quindi le tesi del pm milanese Luca Gaglio che opera sulla base delle carte arrivate dalla collega di Parma Paola Dal Monte, che fin dai primi istanti ha seguito le indagini della Squadra mobile e della Polfer, che il mattino dopo la strage dello scorso martedì 11 luglio ha fermato Solomon alla stazione di Milano.
Gli inquirenti sono convinti che il 21enne ex promessa del calcio, cresciuto nelle giovanili del Parma, abbia notevoli capacità di fuga. Dopo il delitto, infatti, si è spostato in treno fino a Rimini, ma prima era stato visto a Ravenna, quindi a Bologna, prima di arrivare mercoledì mattina a Milano.
Intanto, in attesa di poter interrogare Solomon, si continua a lavorare anche a Parma per completare il mosaico di un così agghiacciante delitto. Nei prossimi giorni sarà effettuata anche l’autopsia sui corpi massacrati delle povere vittime. Ad eseguirla saranno Paolo Tricomi di Lecco e Domenico Castaldo di Legnano. Da chiarire, ancora, anche il movente di un delitto così violento, non freddo, non distaccato, frutto probabilmente di una rabbia irrefrenabile alimentata nel tempo. Anche se la pista del denaro sembra sempre la più probabile.
Non è neppure escluso che l’obiettivo fosse la madre e che la piccola Maddy si sia trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.