Non può avere ancora un quadro completo il legale del 21enne, che martedì ha massacrato madre e sorella nell’appartamento di San Leonardo. E mentre i residenti, quelli che conoscevano bene la famiglia Nyantakyi, insieme ai conoscenti e ai cittadini rimasti colpiti dalla vicenda, sfilano tra le strade in memoria delle vittime; a Milano il giovane Solomon non ha ancora dato una spiegazione al suo gesto.
Ieri mattina, a colloquio per circa un’ora con il suo avvocato, Vincenzo Agostino Cecere, Solomon è stato raggiunto nel carcere di San Vittore, dove adesso è detenuto.
Oggi Solomon dovrà decidere cosa raccontare al gip di Milano: l’appuntamento per l’udienza di convalida del fermo è prevista per questa mattina. La richiesta di convalida è stata girata ieri al giudice dal sostituto procuratore milanese Luca Gaglio, che aveva ricevuto gli atti dal pm parmigiano Paola Dal Monte, titolare dell’inchiesta.
A carico di Solomon c’è il duplice omicidio volontario, aggravato dall’uccisione dell’ascendente. Ancora non gli è stato contestata la crudeltà, che sarà accertata attraverso gli esami sui corpi delle vittime.
La settimana prossima sono state disposte infatti, le autopsie sui corpi della madre e della sorellina di Solomon. Verranno effettuate da Paolo Tricomi di Lecco e dal medico legale Domenico Castaldo di Legnano, oltre che alla collega dell’Università di Parma, Maria Laura Schirripa. Spetterà a loro ricostruire le ore del massacro: se e come ci sia stata la crudeltà inferta post mortem.