Undici anni dopo la morte di una donna di 38 anni, madre di due figli, nessun colpevole, nessuna giustizia. Alla sbarra al tribunale di Parma il naturopata Alfonso Fabrizio, 73 anni, di Albareto, accusato di omicidio volontario per aver curato la donna, affetta da un cancro al seno, con decotti e tisane depurative. I pm Umberto Ausiello e Paola Dal Monte avevano chiesto per questo la condanna a 16 anni di reclusione.
La Corte d’assise oggi ha assolto Fabrizio dall’accusa di omicidio volontario, accusa che prevede la volontarietà dell’azione omicida. La Corte ha quindi derubricato il reato in esercizio abusivo della professione medica, ma a distanza di più di un decennio questo reato è prescritto. Alfonso Fabrizio è stato quindi completamente assolto da ogni accusa.
In un primo momento, il naturopata era finito a processo per morte come conseguenza di altro reato, ma il giudice che esaminò la vicenda restituì il fascicolo alla Procura chiedendo di verificare l’ipotesi dell’omicidio volontario. E con questa accusa era stato poi rinviato a giudizio nel 2014. Oggi l’epilogo, con l’assoluzione del naturopata.
La vittima si era rivolta ad Alfonso Fabrizio nel 2004 dopo aver riscontrato un problema serio al seno. I rimedi naturali proposti dal naturopata, però, non hanno sortito gli effetti sperati, quindi la donna ha deciso di rivolgersi ai medici. Una decisione tardiva, poiché il cancro nel frattempo era avanzato. La 38enne è poi morta nel 2006.