Elisa Pavarani il 10 settembre dello scorso anno non è stata uccisa al culmine di una lite con il suo ex fidanzato Luigi Colla. L’omicidio sarebbe stato premeditato e preparato dal 42enne fin nei minimi particolari. Di questo è convinto il sostituto procuratore Umberto Ausiello che all’uomo contesta l’omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. Accusa che, se venisse confermata, a Colla costerebbe il massimo della pena.
Elisa Pavarani, 39 anni, di Sala Baganza, ha pagato con la vita il suo rifiuto a riprendere una relazione durata 13 anni ma ormai finita. La donna è stata colpita più volte alle spalle con il coltello da cucina ritrovato poi sulla scena del delitto con il manico spezzato. L’omicidio è avvenuto verso le 18.45 nell’appartamento dell’uomo, in Largo Carli, zona via Sidoli, dove i due si erano incontrati quel maledetto pomeriggio di sabato 10 settembre per l’ultimo chiarimento.
Oltre al fatto che la donna è stata colpita alle spalle, a far propendere gli inquirenti verso la premeditazione dell’omicidio è stato il contenuto del computer di Luigi Colla. Nella cronologia delle ricerche su internet è risultato che l’uomo nelle settimane precedenti aveva cercato in rete informazioni su “omicidio passionale”, “Carcere di Parma”, “Infermità mentale”.
Un mix inquietante che dimostrerebbe, secondo l’accusa, come l’uomo fosse determinato – in caso di un ennesimo rifiuto da parte della vittima – a portare a termine il suo progetto omicida. A Luigi Colla non è andata meglio con lo psichiatra nominato dalla Procura per verificare la sua capacità di intendere e volere: il professionista ha infatti concluso che nonostante il 42enne avesse bevuto mirto, assunto psicofarmaci e fumato una canna, era perfettamente in sé. Insomma, sapeva quel che stava facendo. Per la Procura, che ha coordinato le indagini dei Carabinieri, quindi, questo si chiama omicidio premeditato.