Al di là dei numeri e delle frasi di circostanza, il clima nel Partito democratico di Parma è da allerta meteo. La sconfitta al ballottaggio – non l’unica in Emilia Romagna, dove su cinque i Dem hanno fatto l’en plein – pesa come un macigno sulla guida del partito ed ora è arrivato il momento della resa dei conti. Domani, domenica, l’analisi del voto che ha sbaragliato la “gioiosa macchina da guerra” di Paolo Scarpa e company e le relative conseguenze, saranno all’esame della Direzione provinciale e dell’Assemblea cittadina del partito.
Un incontro che ha tutte le carte in regola per diventare una sorta di resa dei conti, alla quale il segretario cittadino Lorenzo Lavagetto – il più votato in assoluto al Consiglio comunale di Parma – dovrebbe presentarsi dimissionario. E la stessa cosa dovrebbe fare anche il segretario provinciale Gianpaolo Serpagli. La sconfitta è di quelle che non si dimenticano, Federico Pizzarotti ha vinto nettamente. Ma il problema è più radicato: il Pd e i suoi avi a Parma perdono da vent’anni. Anche quando non c’erano né Lavagetto, né Serpagli.