Per guardare chi si trova “al fresco”, gli agenti della Polizia penitenziaria muoiono di caldo. Anzi, lavorano in veri e propri forni crematori. Tutto perché proprio all’inizio dell’estate sono andati in tilt gli impianti di climatizzazione installati nei box riservati agli agenti. Che poi negli alloggi non dispongono neppure dell’acqua calda per farsi una doccia dopo la “sauna”. E i problemi, in via Burla, non finiscono certo qui.
La denuncia arriva dal Sinappe, il sindacato autonomo degli agenti della Penitenziaria, attraverso una nota del segretario regionale Gianluca Giliberti, che parla tra l’altro di “condizioni di grave difficoltà e disagio per la cronica carenza d’organico dovuta anche ai trasferimenti temporanei verso altri Penitenziari e/o la Scuola di Formazione presso la Certosa di Parma e la modifica delle modalità custodiali dei detenuti che hanno portato ad una totale rivisitazione delle procedure operative, modificate senza un minimo confronto con le Organizzazioni sindacali, ne alcuna formazione e/o aggiornamento professionale dei poliziotti impiegati all’interno delle sezioni detentive”.
Tra le novità a cui fa riferimento il Sinappe c’è ovviamente la nuova “sorveglianza dinamica” che nelle ore notturne, in particolare, porta gli agenti in servizio a stretto contatto anche con diverse decine di detenuti lasciati liberi di circolare al di fuori della propria stanza.
“A ciò si è aggiunto, dall’inizio dell’estate – continua la nota sindacale – il guasto degli impianti di climatizzazione installati nei box agenti (gli uffici presenti nei reparti detentivi, privi di ogni altro sistema di areazione essendo mancante di finestra) e la continua assenza di acqua calda negli alloggi della Caserma Agenti, ove dimora parte del personale di polizia penitenziaria, dietro pagamento di un canone mensile di affitto. Quindi il personale, che in servizio opera in veri e propri loculi incandescenti, una volta terminato l’orario di lavoro, si trova spesso nell’impossibilità di poter fare una doccia rigenerante perché, quando va bene, dalle condutture dell’acqua degli alloggi di servizio corre solo acqua fredda, anche se spesso si presenta di un intenso color ruggine (quella calda è diventata da 15 giorni a questa parte un vero e proprio miraggio)”.
Il segretario Giliberti ricorda che ormai da tempo sta denunciando questa “indegna situazione“, ma di risposte non ne sono arrivate.