Sarà la Tunisia a processare Mohamed Jella, l’uomo che ha massacrato con una violenza inaudita, la compagna Alessia Della Pia, la donna uccisa il 6 dicembre 2015 nel suo appartamento di via dei Bersaglieri.
E’ in un carcere tunisino da metà maggio dopo un anno e mezzo di attese, appelli e rincorse. Un processo a Parma sarebbe impossibile, si fermerebbe subito dato che l’imputato per forza di cose dovrebbe essere presente e che l’estradizione è fuori discussione. La Convenzione tra Italia e Tunisia infatti prevede che i due Paesi non concedano l’estradizione ai propri cittadini ma che li perseguano in caso di crimini o omicidi, come questo.
Le indagini, coordinate dal pm Andrea Bianchi, si sono chiuse nei mesi scorsi. I faldoni dei documenti e gli atti raccolti saranno perciò messi a disposizione delle autorità tunisine, nello specifico all’autorità giudiziaria locale. Questo per garantire un procedimento trasparente e senza sconti.
Almeno è quello che si augurano i genitori di Alessia, che è stata ammazzata a soli 39 anni, e che si è vista aggredita e messa in trappola da chi avrebbe dovuto proteggerla.
La loro paura, come quella di tutti i parmigiani che si sono sentiti toccati da questa storia, è che il processo si risolva con pene leggere, e questo non deve accadere.