A Parma presentati “La bacchetta di Toscanini” di Rizzi e il lavabo...

A Parma presentati “La bacchetta di Toscanini” di Rizzi e il lavabo del Maestro

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Con “La bacchetta di Toscanini”, il libro del giornalista Fabrizio Rizzi (Male Edizioni 2017), è stato presentato al pubblico – dopo un’adeguata ristrutturazione dei maestri d’ascia – il lavabo che Arturo Toscanini utilizzò durante il soggiorno a Palazzo Orlandi, a Parma, portato per l’occasione nella sala della biblioteca e dei mappamondi nel chiostro dei padri Benedettini.

E’ stato il sindaco di Busseto, Giancarlo Contini, ad accompagnare alla luce dei riflettori, dopo anni di oblio, il prezioso cimelio nella sala dove è stato presentato il libro di Fabrizio Rizzi, “La bacchetta di Toscanini”. Toscanini faceva toilette ogni giorno nel lavabo che contiene lo specchio nonché il catino con dentro l’acqua che veniva riscaldata, a fuoco lento, nel grande camino a legna.


Il soggiorno del maestro a Palazzo Orlandi durò un paio di settimane, nel settembre 1926, quando allestì una serie di rappresentazioni del Falstaff in memoria dei 25 anni della morte di Giuseppe Verdi. Ed è questo il tema del libro di Fabrizio Rizzi che si sviluppa in parallelo con le restrizioni che il regime fascista impresse in Italia all’indomani degli attentati alla vita di Benito Mussolini, uno dei quali avvenne proprio il giorno prima dell’inizio delle opere del Falstaff, ad opera di Gino Lucetti, anarchico di Carrara. La tesi del libro è che Toscanini maturò l’idea di espatriare in America proprio durante il soggiorno bussetano del 1926.

Nel corso dell’evento in San Giovanni sono intervenuti anche Stefano Bianchi, del Club dei 27 dove rappresenta “Aida” il quale ha messo in luce la novità del libro in ambito lirico e Francesco Micheli, del Cda della Scala, finanziere, fondatore di Fastweb, filantropo e appassionato di musica. Micheli ha ricordato le origini parmensi sue e del padre, insegnante al Conservatorio ed ha chiarito i rapporti tra Toscanini e Stati Uniti. E’ stata la prima grande rockstar del Novecento. Quando è morto nel 1957 era conosciuto dall’80 per cento degli americani, il che rende la sua memoria ancora più attuale. Da parte sua il sindaco di Busseto Contini ha sottolineato come la rappresentazione del Falstaff a Busseto sia ricordata da ben 4 generazioni, soprattutto di artigiani, che hanno a memoria lo scrupolo di come Toscanini sceglieva perfino i chiodi per il palco.

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