Siccità, stato d’emergenza per Parma e Piacenza: dal governo oltre 8,6 milioni...

Siccità, stato d’emergenza per Parma e Piacenza: dal governo oltre 8,6 milioni di euro

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Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Paolo Gentiloni, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale nel territorio delle Province di Parma e Piacenza, in conseguenza della crisi idrica in atto, dovuta a un lungo periodo di siccità a partire dall’autunno 2016, aggravato dalle elevate temperature estive e dai rilevanti afflussi turistici che hanno determinato un considerevole aumento delle esigenze idropotabili.

Così la nota di Palazzo Chigi che riconosce lo stato di emergenza solo per le due province più colpite dalla siccità e non per tutta la regione come richiesto dal governatore Stefano Bonaccini lo scorso 13 giugno. Il governo mette a disposizione 8,650 milioni di euro per affrontare l’emergenza siccità nei territori di Parma e Piacenza, ulteriori deroghe alle norme nazionali per assicurare la fornitura di acqua potabile alla popolazione (anche mediante autobotti) e per potenziare l’approvvigionamento di acqua con interventi strutturali.

Abbiamo ottenuto dal Governo quanto chiesto dall’Emilia-Romagna per far fronte ad una situazione eccezionale – sottolinea il presidente Stefano Bonaccini –. E’ stato giusto procedere autonomamente alla richiesta di stato di emergenza nazionale perché ci ha consentito di accelerare al massimo i tempi e dare risposte a un territorio dove la siccità ha colpito più che altrove. Stiamo seguendo giorno per giorno la situazione e lavorando per rispondere al meglio alle necessità imposte da una crisi idrica importante”.

Per rispondere all’emergenza siccità nei campi e alle necessità di garantire acqua potabile in tutta la regione, sempre oggi, a Bologna, riunione convocata dalla Regione con i rappresentanti dei Consorzi di bonifica, le associazioni degli agricoltori, i gestori del servizio idrico integrato, Atersir e Arpae per illustrare nel dettaglio le procedure semplificate per le deroghe ai prelievi di acqua, superando i limiti del cosiddetto “deflusso minimo vitale” dei fiumi.

Già da ora, i titolari di concessioni (agricoltori, consorzi di bonifica, Atersir e i gestori del servizio di acqua potabile) possono presentare la domanda di deroga ad Arpae che si pronuncerà in tempi rapidi con una valutazione congiunta insieme al Servizio regionale Acque, all’Autorità di Bacino del fiume Po e all’Ente Parco (qualora il prelievo interessi il territorio dello stesso).

La dichiarazione di stato di emergenza nazionale e le importanti risorse in arrivo sono frutto dell’impegno dalla Regione in stretta collaborazione con il Dipartimento nazionale di Protezione civile e i territori – spiega l’assessore all’Ambiente, difesa del suolo e protezione civile, Paola Gazzolo -. Ora continueremo ad essere al fianco della popolazione e degli operatori agricoli, anche mettendo a disposizione le nostre conoscenze e i nostri uffici per supportare le richieste di deroga ai limiti di prelievo di acqua”.

 

1 COMMENTO

  1. Rainieri (Lega Nord): bene, ma servono gli interventi strutturali

    Bene lo stato di emergenza anche se aspettiamo di sapere nel dettaglio quali saranno nello specifico le misure. A questa situazione di grave crisi però non ci si sarebbe arrivati, nonostante le eccezionali avversità climatiche, se fossero stati adottati quegli interventi strutturali per l’approvvigionamento idrico necessari ormai da tempo, perché le crisi idriche ormai si ripetono ogni anno anche se non così precoci come quella di quest’anno.

    Le produzioni agroalimentari, specie quelle di qualità che hanno bisogno di molta acqua e che nel nostro territorio sono economicamente e anche socialmente fondamentali sarebbero dovute essere maggiormente tutelate per quanto riguarda la necessaria disponibilità di risorsa idrica. Da tempo si parla infatti di realizzare invasi per la raccolta delle acque nei periodi di più intense precipitazioni che poi diventano riserve per le stagioni più secche ma non si è praticamente mai realizzato nulla. Inoltre non è da oggi che si chiede di rivedere i parametri per il calcolo del deflusso minimo vitale sui corsi d’acqua. Purtroppo però la Regione Emilia-Romagna ha sempre privilegiato la tutela del Succiacapre, del Gruccione ed altri uccelli e specie animali. Speriamo che ora che si è veramente toccato il fondo dei pozzi, si decida a cambiare qualcosa.

    Fabio Rainieri
    Consigliere regionale Lega Nord

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