E’ un Toscanini privato, quello raccontato dal giornalista Fabrizio Rizzi e sviscerato nel suo ultimo libro dal titolo “La bacchetta di Toscanini – Storia del genio italiano che per rifiutare il Duce divenne americano. “
Autore di numerosi romanzi di successo e giornalista de “Il Messaggero“, Rizzi ci parla del Maestro in chiave intima, quasi amichevole. Lo fa portando all’attenzione dei suoi lettori, l’immagine di un Toscanini che passeggia calzini a terra, senza scarpe, lungo il vecchio Palazzo di via Roma.
Apre l’opera, la prefazione di Giancarlo Contini, sindaco di Busseto. Proprio nel comune della provincia parmense, il direttore d’orchestra passò uno dei periodi più belli della sua vita artistica.
La bacchetta che ispira il titolo, Toscanini la regalerà alla famiglia Orlandi, come ringraziamento per l’ ospitalità che aveva reso il suo soggiorno più dolce, tra le celebri cene e i personaggi famosi che accompagnavano quei piacevoli simposi.
Siamo in uno dei periodi più bui di tutta la storia d’Italia, gli anni Trenta. Mussolini è al potere e il fascismo dissemina censura e morte tra gli oppositori. In questo scenario il Maestro viene tenuto in costante controllo dai generali del Regime; lui che per un attimo aveva aderito alla dottrina del partito e che per anni ne pagò il prezzo. Prima di ogni esibizione, infatti gli era stato imposto di fare l’apertura con l’inno “Giovinezza, Giovinezza“.
Celebre un suo rifiuto che si risolse in un sonoro schiaffone da parte di un gerarca fascista, rimediato da Toscanini al Teatro comunale di Bologna nel 1931. Da lì l’addio definitivo all’Italia per volare in America, dove lavorerà con la Filarmonica di New York. Resterà però, per tutta la durata della sua vita, un italiano nello spirito.
Dopo la presentazione ufficiale del libro, tenutasi in aprile a Roma presso la Camera dei deputati, domani tocca a Parma.
La presentazione de “La bacchetta di Toscanini ” si terrà domani, giovedì 22 giugno, presso il Chiostro di San Giovanni Evangelista a partire dalle ore 17 e 30 con l’autore, Fabrizio Rizzi.