Caso Saldarini-Fidenza Village, Ministero del Lavoro “condanna” l’outlet

Caso Saldarini-Fidenza Village, Ministero del Lavoro “condanna” l’outlet

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Il braccio di ferro fra la Saldarini Spa e la società che gestisce il Fidenza Village, la VR Milan, finisce in Parlamento, con il Movimento 5 Stelle pronto a dare battaglia perché il caso parmense sembra sia diventato la regola in Italia con “danni miliardari ai danni dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate“. Secondo i pentastellati, infatti, a Fidenza come in altre città italiane si utilizza un contratto di affitto di ramo d’azienda e si obbligano gli imprenditori a sbarazzarsi dei lavoratori prima della sua risoluzione.

I licenziamenti imposti per contratto agli imprenditori che lavorano nei centri commerciali e negli outlet sono illegittimi e per questo non devono essere accettati – sottolineano i rappresentanti del Movimento -. È incredibile come chi gestisce questi spazi pensi di utilizzare i lavoratori come pacchi postali, cercando di scrollarsi ogni responsabilità con il solo scopo di rendere economicamente più appetibile l’investimento in un’attività commerciale”.

Sulla questione al Fidenza Business Center sono intervenuti Gianluca Sassiconsigliere regionale del M5S Emilia Romagna, il deputato Claudio Cominardi, il senatore Gianni Girotto, Cristian Sergoconsigliere regionale M5S Friuli Venezia Giulia, Angela Amorusoconsigliere comunale M5S Fidenza, e l’imprenditore Francesco Saldarini.

LA CONFERENZA

CENTRI COMMERCIALI E OUTLET In diretta con Gianluca Sassi, Claudio Cominardi, Gianni Girotto – Cittadino Portavoce M5S Senato, Cristian Sergo – M5S Friuli Venezia Giulia e Angela Amoruso.

Pubblicato da MoVimento 5 Stelle Emilia-Romagna su Lunedì 19 giugno 2017

La locazione commerciale è disciplinata dalla Legge 392/78 che prevede norme inderogabili a tutela degli affittuari. Nei negozi di vicinato, quelli dei centri storici dei nostri paesi e delle nostre città, di solito si stipula un contratto di locazione commerciale dalla durata di sei anni rinnovabili per altri sei e con alcune garanzie (quali ad esempio il riconoscimento dell’avviamento del negozio una volta restituito l’immobile). I centri commerciali e gli outlet, invece, come nel caso del Fidenza Village, impongono ai negozianti di firmare un contratto di “affitto di ramo d’azienda”. Questo contratto è completamente diverso, non ha una durata prestabilita e non prevede garanzie per gli imprenditori che lo stipulano, ma soprattutto rende precaria l’attività dei lavoratori assunti come commessi o manager degli store.

Tra le clausole particolari di questi contratti, l’obbligo ai negozianti di licenziare i propri dipendenti prima di restituire il ramo d’azienda alla proprietà. In questo modo chi subentrerà nel negozio non avrà problemi a portare nuovo personale.

Una pratica del tutto illegittima secondo il MoVimento 5 Stelle, ma a dirlo ora è anche il Ministero del Lavoro che recentemente ha risposto ad un’interrogazione del deputato 5 Stelle Claudio Cominardi che chiedeva la tutela delle posizioni lavorative del personale dipendente della Saldarini. Il Ministero conferma tre sentenze che riguardano i licenziamenti illegittimi imposti dal Fidenza Village, ed in base a un pronunciamento della Cassazione, ha ribadito come il rapporto di lavoro debba proseguire con il cessionario ed il lavoratore conservi tutti i diritti. Nonostante tutto ciò Fidenza Village continua a rifiutare i lavoratori di Saldarini retrocessi col ramo d’azienda.

Per questo il MoVimento 5 Stelle si impegna a portare la situazione all’attenzione della Regione e del Parlamento. “Vogliamo sapere quanto queste pratiche ritenute di fatto illegittime stiano costando ai lavoratori che si ritrovano ingiustamente per strada dopo la chiusura di un negozio, ma anche alle casse dello Stato perché ogni volta che si licenzia un dipendente scattano degli ammortizzatori sociali, il tutto per permettere ai centri commerciali e agli outlet di avere anche questo tipo di vantaggio rispetto ai negozi di vicinato – tuonano gli esponenti del Movimento 5 Stelle -. In Italia la corsa al ribasso del costo del lavoro sta penalizzando tutte le categorie di lavoratori. Noi oggi ne abbiamo portata alla luce una e speriamo che possa essere utile per tutelare le migliaia di persone che in questo momento si ritrovano in queste condizioni e a vivere con questi rischi. Per questo invitiamo quei lavoratori che stanno per essere licenziati perché il loro datore di lavoro deve cedere il ramo d’azienda affittato a non accettare il licenziamento, a non accettare gli ammortizzatori sociali perché è un vostro diritto continuare a lavorare per la ditta che ha affittato quel ramo”.

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